Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore
VI Domenica del Tempo Ordinario
Letture: Ger 17,5-8 Sal 1 1Cor 15,12.16-20 Lc 6,17.20-26
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi…
Oggi dove si fa tutto per apparire per avere un piccolo stralcio di potere, dove il servizio viene visto come occasione di fare “carriera” anche nel mondo ecclesiale, dove tutto deve diventare fonte di guadagno, ecco Gesù che proclama beati i poveri, beati coloro che hanno fame, che piangono, che sono perseguitati…
Ma come, invece di dirci beato tu quando stai bene, beato perché sei ricco, mi dici beato se sono povero, se ho difficoltà economiche, se sono scartato e perseguitato? Un discorso folle, difficile a capire, non vogliamo essere poveri, la felicità la possediamo se abbiamo una sicurezza lavorativa, economica, famigliare, sentimentale…
Non siamo beati, cioè felici, perché poveri, o affamati o piangenti o perseguitati. Siamo felici perché Dio si occupa di noi, se poveri, affamati, piangenti e perseguitati. Dio non esalta la sfortuna e la disgrazia, non mette alla prova i suoi figli mandando disgrazie e malattia e lutti. Ma quale padre farebbe una cosa del genere, non è così. Come dei genitori che dedicano maggiore attenzione al figlio ammalato o problematico, così fa Dio. Che dona a ciascuno secondo il suo bisogno. Le beatitudini raccontano chi è Dio. (Curtaz)
Quanto è bello vivere il distacco dalle cose, il sapere gustare la libertà degli uccelli del cielo e dei gigli del campo. Invece si vive male cercando compensazioni. La bramosia, il possedere, l’essere qualcuno, la gloria, vivere nell’apparenza, essere appesi ad un complimento, bramosi di like costi quel che costi, tutto questo non giova a nulla, non nutre l’anima e non è tutto questo che ci rende beati. Oggi siamo circondati da falsi profeti che ci indicano tutte quelle vie che fanno a pugni con il Vangelo.
Se non rassettiamo le reti e seguiamo il Signore la felicità sarà solo un sogno.
La vera beatitudine sfugge alle logiche umane. Beatitudine è avere il coraggio di vivere fuori dalle competizioni, di sapere che vivere davvero il vangelo sapendo che ti mette in una posizione scomoda, di accettare l’essere messo ai margini perché il mondo non la pensa come te. Ma se vivi l’accoglienza, se ti interessi dell’altro che è in difficoltà se sei pronto a farti pane per tutti coloro che ti stanno intorno, se la tua vita, tutto ciò che hai e che sei lo condividi, se tutto questo lo fai per la gloria di Dio, se nella tua vita incarni e vivi il Vangelo, allora si che sarai beato.
Buona domenica!