• 24 Giugno 2025 13:16

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Cattedra di S. Pietro

Letture:1Pt 5,1-4   Sal 22   Mt 16,13-19

Riflessione biblica

“Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. La risposta di Pietro è importante per il nostro cammino di fede: è collocare Gesù al centro della fede, porre il fondamento solido, sicuro e incrollabile di essa. Gesù e Pietro sono inseparabili, l’amore li accomuna: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro? Gli rispose: Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene. Gli disse: Pasci i miei agnelli” (Gv 20,15-17). Pietro è la “roccia”, ma Gesù è “il fondamento” (1Cor 3,10-11) e “la pietra d’angolo”: “Non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù” (Ef 2,19-20). Pietro, mosso dallo Spirito, proclama Gesù “il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, il Messia, venuto a guarire le nostre ferite e che ha investito Pietro quale ambasciatore di riconciliazione (2Cor 5,20): “Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19). Gesù è il Figlio del Dio vivente, in lui si fonda la nostra fede e la nostra speranza: “Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti” (1Pt 3,21.24). Il suo amore ci conquista, ci spinge ad amarlo e a seguire il suo esempio: “Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime” (1Pt 1,8-9). Il suo amore e quello di Pietro ci impegnano ad essere “tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili. Non rendete male per male né ingiuria per ingiuria, ma rispondete augurando il bene” (1Pt 3,8).

Lettura esistenziale

“Ma voi chi dite che io sia?” (Mt 16,15). La domanda di Gesù inizia con un «ma», una avversativa, quasi in opposizione a ciò che dice la gente, perché non si crede per sentito dire, né per tradizione o per allinearsi alla maggioranza. Ma voi, voi dalle barche abbandonate, voi che camminate con me da anni, voi amici che ho scelto a uno a uno, che cosa sono io per voi? Gesù non cerca parole, cerca rapporti (io per te); non vuole definizioni esatte ma coinvolgimenti: che cosa ti è successo, quando mi hai incontrato? La sua domanda assomiglia a quelle degli innamorati: quanto conto per te? Che posto ho, che importanza ho nella tua vita? Gesù non ha bisogno della risposta dei dodici, e della mia, per sapere se è più bravo degli altri profeti, ma per sapere se sono innamorato, se gli ho aperto il cuore. Cristo non è nelle mie parole, ma in ciò che di Lui arde in me. Il nostro cuore può essere la culla o la tomba di Dio. La risposta di Pietro ha due tempi: Tu sei il Messia, sei la mano di Dio, la sua carezza, il suo progetto di libertà. Poi aggiunge: sei il figlio del Dio vivente. Colui che fa viva la vita, il miracolo che la fa fiorire, grembo gravido, fontana da cui la vita sgorga potente, inesauribile e illimitata. Beato te, Simone, roccia… Pietro decifrando la sacralità di Gesù, ha esplorato qualcosa della propria. L’ho provato anch’io: ogni volta che mi sono avvicinato a lui, che mi sono fermato e l’ho pregato davvero ho scoperto qualcosa di me; ho capito meglio chi sono e che cosa sono venuto a fare quaggiù. Forse anch’io piccola roccia? Non certo macina da mulino, ma piccola pietruzza soltanto. Eppure, per lui, nessuna piccola pietra è inutile (Ermes Ronchi).