• 16 Marzo 2025 3:51

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore

VIII domenica del Tempo Ordinario

Letture: Sir 27,5-8   Sal 91   1Cor 15,54-58   Lc 6,39-45

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

Chi è il tuo maestro, chi segui? Non dire che non segui nessuno, perché tutti seguiamo delle guide, più o meno consciamente: le regole che ci hanno insegnato da bambini e che abbiamo fatto nostre, le buone abitudini, il senso comune. Poi ci sono le opinioni della Tv e dei social: ci sono quelli che sanno parlare bene alla pancia, quelli che ti dicono che accogliere l’immigrato e il diverso, così come amare chi sbaglia o il nemico è andare contro il buon senso, contro i confini, contro i propri principi economici e bla, bla, bla… e noi ci caschiamo. Cerchiamo maestri, risolutori, condottieri che magicamente risolvano tutti i problemi, con il rischio di cadere in un fosso perché un cieco non può guidare un altro cieco.

Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, e non ti accorgi della trave che c’è nel tuo? Uno dei più grandi peccati è l’incoerenza. Ci facciamo maestri in maniera autonoma, denigrando e giudicando gli altri per avere delle ricompense irrisorie. A volte facili ad esortare gli altri ad amare, ad accogliere, a condividere e poi noi siamo i primi che non ci facciamo pane per l’altro. Come possiamo dar frutto se seguiamo esempi sbagliati? Se quello che si fa lo si fa per avere delle piccole promozioni o per far carriera all’interno del gruppo, della parrocchia o della Chiesa?

La libertà sta nell’essere distaccati da ciò che si fa, perché tutto appartiene al Signore ed è lui che dobbiamo seguire. È la sua Parola che dobbiamo ascoltare. Una vita che si radica sulla Parola di Dio, che si nutre di Sacramenti è una vita che porta frutti di mitezza, di obbedienza, di pazienza, frutti che hanno il sapore del coraggio, del saper osare. Il coraggio di far uscire dal cuore cose buone e il buon tesoro del nostro cuore è proprio nell’accogliere il Vangelo e metterci tra le braccia dell’Amore.

Buona domenica!