• 2 Maggio 2024 16:02

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria

Letture: Is 61,10-11; 1Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51

Riflessione biblica

“Sua madre “Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,41-51). Osservazione importante e degna di riflessione, se Luca la ripete ben due volte: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Tra i due testi, c’è un elemento essenziale che riguarda la memoria che celebriamo: il cuore di Maria, un cuore dinamico che cerca, custodisce e medita. Non nasconde né i fatti né le parole di Gesù, ma cerca di comprenderli alla luce della volontà di Dio e di farli fruttificare in vista del progetto di Dio, che “ci ha scelti per essere santi e immacolati al suo cospetto nell’amore” (Ef 1,4). Per lei, quei fatti e quelle parole sono il tesoro nascosto nel campo da dover scoprire e acquistare e come madre sono il tesoro intimo da “raccogliere insieme” e “custodire nel tempo”. Sono sfumature del verbo “custodire”, ma per S. Luca, che conosceva bene il greco, esse caratterizzano in maniera dinamica il “cuore immacolato” di Maria, sempre intento a cercare di piacere a Dio e di stare in comunione profonda con Gesù. “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8): beatitudine che si applica bene a Maria e che ci impegna ad essere come lei “custodi dei detti e fatti di Gesù”, del suo Vangelo di salvezza. Soprattutto, “cercare” in essi la volontà santificante di Dio: per Maria, non è stato facile seguire Gesù nel suo progetto di obbedienza al Padre, tanto da dire: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo” (Lc 2,48). Più tardi comprese meglio l’insegnamento di Gesù: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” ((Mt 12,48-50). “Custodire”: serbarva nel suo cuore le parole di Gesù, che “sono spirito e vita” (Gv 6,63); vigilava con la lampada accesa della fede e alimentata dall’olio della carità, per “non lasciare andare a vuoto una sola delle sue parole” (1Sam 3,19) ed essere in comunione con i veri discepoli di Gesù, che “ascoltano le sue parole e le mettono in pratica per compiere il progetto di salvezza del Padre celeste e sono fondati sulla salda roccia, che è Cristo (1Cor 10,4). “Meditava nel suo cuore”: è esigenza del cuore che cerca il Signore, per divenire sapiente e innamorarsi di lui che ha parole di vita eterna: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6,68-69).parola-2 Custodiva tutte queste cose nel suo cuore La sua parola deve essere per noi cibo gustoso e meditarle per conoscere “le insondabili ricchezze del mistero di Cristo, in cui sono racchiusi tutti i tesori della scienza e della sapienza” (Col 2,3). ” (Lc 2,41-51). Osservazione importante e degna di riflessione, se Luca la ripete ben due volte: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Tra i due testi, c’è un elemento essenziale che riguarda la memoria che celebriamo: il cuore di Maria, un cuore dinamico che cerca, custodisce e medita. Non nasconde né i fatti né le parole di Gesù, ma cerca di comprenderli alla luce della volontà di Dio e di farli fruttificare in vista del progetto di Dio, che “ci ha scelti per essere santi e immacolati al suo cospetto nell’amore” (Ef 1,4). Per lei, quei fatti e quelle parole sono il tesoro nascosto nel campo da dover scoprire e acquistare e come madre sono il tesoro intimo da “raccogliere insieme” e “custodire nel tempo”. Sono sfumature del verbo “custodire”, ma per S. Luca, che conosceva bene il greco, esse caratterizzano in maniera dinamica il “cuore immacolato” di Maria, sempre intento a cercare di piacere a Dio e di stare in comunione profonda con Gesù. “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8): beatitudine che si applica bene a Maria e che ci impegna ad essere come lei “custodi dei detti e fatti di Gesù”, del suo Vangelo di salvezza. Soprattutto, “cercare” in essi la volontà santificante di Dio: per Maria, non è stato facile seguire Gesù nel suo progetto di obbedienza al Padre, tanto da dire: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo” (Lc 2,48). Più tardi comprese meglio l’insegnamento di Gesù: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,48-50).

“Custodire”: serbarva nel suo cuore le parole di Gesù, che “sono spirito e vita” (Gv 6,63); vigilava con la lampada accesa della fede e alimentata dall’olio della carità, per “non lasciare andare a vuoto una sola delle sue parole” (1Sam 3,19) ed essere in comunione con i veri discepoli di Gesù, che “ascoltano le sue parole e le mettono in pratica per compiere il progetto di salvezza del Padre celeste e sono fondati sulla salda roccia, che è Cristo (1Cor 10,4). “Meditava nel suo cuore”: è esigenza del cuore che cerca il Signore, per divenire sapiente e innamorarsi di lui che ha parole di vita eterna: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6,68-69). La sua parola deve essere per noi cibo gustoso e meditarle per conoscere “le insondabili ricchezze del mistero di Cristo, in cui sono racchiusi tutti i tesori della scienza e della sapienza” (Col 2,3).

Lettura esistenziale

Maria-4-300x226 Custodiva tutte queste cose nel suo cuore “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo” (Lc 2, 48). Leggendo il racconto di questo episodio evangelico verrebbe proprio da esclamare: Questi giovani adolescenti!… Possibile che anche Gesù si comporti allo stesso modo? Non poteva semplicemente avvisare i genitori che voleva fermarsi qualche giorno in più a Gerusalemme, invece di farli così tanto preoccupare angosciare?

Ma, cosa ci vuole insegnare Gesù assumendo questo comportamento?

Egli sembra porre una distanza tra Sé e i genitori, ponendo in chiaro che la paternità e quindi la volontà di Dio nei suoi confronti, ha la priorità sul resto, anche sui rapporti più santi quali possono essere quelli tra genitori e figli.

Da parte sua Maria “custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2, 51). L’evangelista Luca ripete più volte che Ella meditava silenziosa su questi eventi straordinari nei quali Iddio l’aveva coinvolta. Il verbo greco usato letteralmente significa “mettere insieme” e fa pensare a un mistero grande da scoprire poco a poco. Il Bambino che vagisce nella mangiatoia, pur apparentemente simile a tutti i bimbi del mondo, è al tempo stesso del tutto differente: è il Figlio di Dio, è Dio, vero Dio e vero uomo. Questo mistero – l’incarnazione del Verbo e la divina maternità di Maria – è grande e certamente non facile da comprendere con la sola umana intelligenza.

Alla scuola di Maria possiamo cogliere con il cuore quello che gli occhi e la mente non riescono da soli a comprendere. Ed è proprio in questo cammino di fede che Maria ci viene incontro, ci è sostegno e guida. Lei è madre perché ha generato nella carne Gesù; lo è perché ha aderito totalmente alla volontà del Padre. Scrive sant’Agostino: “Di nessun valore sarebbe stata per lei la stessa divina maternità, se lei il Cristo non l’avesse portato nel cuore, con una sorte più fortunata di quando lo concepì nella carne” (De sancta Virginitate, 3,3).