• 5 Maggio 2024 11:29

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Santa Elisabetta d’Ungheria.

Vangelo: Mt 25,31-40

Riflessione biblica

“In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,31-40). La famiglia francescana, in particolare i fratelli e sorelle del’OFS, celebra una grande figlia di S. Francesco, modello di vita consacrata a Dio, alla famiglia e ai fratelli poveri e bisognosi. Amò Dio, lodandolo nella preghiera e nell’accettare la sua santa volontà: fece sue le parole del Vangelo: “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21). croce-300x225 Dal Vangelo alla vita e dalla vita al VangeloAmò Cristo, lo seguì abbracciando la Croce e contemplando il suo dolore salvifico: “Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure, per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Is 53,3.5). E in Cristo amò tutti i poveri, donando i suoi beni, le sue premure e tutta se stessa. Tutto fece alla luce delle parole di Gesù: “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Seguì la via di Francesco: si spogliò delle ricchezze per amare totalmente Cristo povero, umile e crocifisso, “ritenendo tutto una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù Signore. Per lui lasciò perdere tutte le cose e le considerò spazzatura, per guadagnare Cristo” (Fil 3,8). Si nutrì della sua parola, assecondando lo Spirito di Dio che agiva nel suo cuore: “È lo Spirito, infatti, che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita” (Gv 6,63); si nutri di Gesù, pane di vita eterna: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51). Nella parola e nell’Eucaristia trovò la sua gioia e il suo conforto, perché sta scritto: “Siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà” (1Pt 1,6-7).

Lettura esistenziale

s.-elisabetta-300x198 Dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo“Tutto quello che avete fatto ad un solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40). Sembra quasi che Gesù ami giocare a nascondino. Egli ci invita a scoprire la Sua Presenza nel nostro prossimo. Ecco la buona notizia del Vangelo di oggi: è possibile amare Dio, concretamente, amando il fratello. Con la sua incarnazione Gesù si è fatto uno con l’uomo più solo, più bisognoso, più povero. Così il volto dell’altro è il “luogo” in cui ciascuno di noi incontra il volto di Gesù. Questa verità non è evidente, tanto che nel giudizio finale, non solo i maledetti ma anche i giusti mostrano di non essersene resi conto.

Tuttavia è una verità semplice, che per questo ci scomoda, perché ci dice che l’ “essere santi come il Signore è santo”(cfr 1Pt 1, 15), in fondo, è alla nostra portata, perché per grazia il Signore ci offre l’occasione e l’opportunità. Negli ultimi, come Gesù ci ha detto, serviamo o ignoriamo Dio stesso, in loro incontriamo o rifiutiamo Lui. La strada che porta alla felicità, alla pienezza della vita, alla santità, è quella del prendersi cura dei piccoli, restituendo loro quella premura che Dio da sempre ha avuto per noi.

Negli ultimi, come Gesù ci ha detto, serviremo Dio stesso, in loro incontreremo Lui.