• 29 Aprile 2024 15:23

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della XXXI settimana del Tempo Ordinario

Letture: Rm 13,8-10; Sal 111; Lc 14,25-33

Riflessione biblica

“Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine?” (Lc 14,25-33). Un invito a riflettere: chiunque si pone alla sequela di Gesù deve valutare se stesso e le proprie scelte; è meglio non intraprendere la sequela di Gesù che affrontarla in maniera inadeguata e con idee confuse. gesu-8-300x150 DiscepoliSeguire Gesù, a cui ci si è legati con la conversione e la fede, è una cosa seria: richiede attenta riflessione su se stessi, per non lasciarsi prendere da facile entusiasmo, e profondo realismo di vita, che, attraverso la sofferenza e la purificazione radicale di noi stessi e della nostra vita, ci conduce ad una progressiva liberazione da ogni legame che ci allontana dal Regno di Dio e dalla comunione intima con il Signore. Tale progressiva liberazione ha tre punti fermi. Nessun amore anteporre a Cristo: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Lc 14,26). Amare Cristo al di sopra di ogni altro amore fino a “perdere la testa” per Gesù: “Lui deve crescere; io diminuire” (Gv 3,30). Per questo, bisogna posporre ogni altro amore all’amore di Gesù: “L’amore del Cristo ci possiede; perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro” (2Cor 5,14-15). gesu-3-300x143 DiscepoliRinunciare ad ogni ricchezza: “Nessun servo può servire a due padroni; o disprezzerà l’uno e amerà l’altro, o si affezionerà a questo e trascurerà quello. Non potete servire a Dio e a mammona” (Lc 16,13). Ancora: “Le preoccupazione del mondo e l’inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto” (Mt 13,22). La nostra ricchezza è Gesù: “là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21). Con Paolo diciamo con forza: “Tutto io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo” (Fil 3,8). Portare la croce con Gesù: “Chi non porta la sua croce e mi segue, non può essere mio discepolo” (Lc 14,27). La croce è la via maestra di Gesù, la legge suprema dell’amore e della salvezza: “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo” (Gal 6,14). Tutto ciò è possibile solo se il cristiano è un innamorato, che per amore di Gesù sa “perdere la propria vita” (Lc 9,24).

Lettura esistenziale

gesu-14 Discepoli“Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Lc 14, 26) In questo Vangelo Gesù ci fa sapere che seguire Lui esige un superamento radicale da ogni legame terreno, anche dagli affetti più spontanei. Infatti, le esperienze più belle che possiamo vivere: l’innamoramento, l’essere genitori, l’amicizia, sono sempre secondarie rispetto all’amore che Egli ci dona e che siamo chiamati a ricambiare. Mettere Cristo al centro della propria vita significa ridefinire ogni relazione, dandole spessore e valore, ma anche limite e opportunità.

Nessuna persona e nessuna cosa sono in grado di colmare l’infinito desiderio d’amore che ogni persona si porta dentro, ma soltanto Dio. Gesù chiede ad ogni discepolo che desidera seguirlo una libertà radicale anche da ciò a cui tiene di più, non per una logica di disprezzo ma per evitare di trasformare ciò o chi si ama nel proprio dio. gesu2-300x218 DiscepoliNaturalmente a Gesù non fa nessun problema se amiamo il padre, la madre, la moglie, i figli, noi stessi, ma se questo amore diventa talmente intenso da ingabbiare la nostra vita, condizionandola a tal punto da non riuscire a capire più ciò che è bene da ciò che non lo è.

Egli arriva a dirci che dobbiamo avere una interiore disposizione a dare perfino la nostra vita, se questa ci viene richiesta, come testimonianza di fedeltà a lui. Non ci mancano esempi luminosissimi ed innumerevoli di sante e di santi, di martiri e di eroi, che con tutta la loro vita hanno testimoniato la loro completa dedizione al Signore.

Solo se Dio è al primo posto si è capaci di un amore sano, che non vuol dire però asettico, freddo o etereo, ma concreto e coinvolgente.