• 5 Maggio 2024 14:18

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Frati Minori, Ministro Generale a Greccio: speranza, silenzio e fragilità per vivere il Natale

In occasione della Solennità del Natale,  il Ministro Generale, Fr. Massimo Fusarelli, ha presieduto la Santa Messa  di Mezzanotte a Greccio il 24 dicembre 2022. Pubblichiamo di seguito l’Omelia che il Ministro ha pronunciato nel corso della Celebrazione Eucaristica:

Omelia della Messa di Mezzanotte a Greccio, Natale 2022

La notte anche di questo Natale a Greccio è attraversata dalla luce, non delle nostre fiaccole, come al tempo di Francesco, ma della speranza di cui sentiamo un urgente bisogno in questo tempo oscuro che stiamo vivendo. SPERANZA come parola chiave per questo Natale. Speranza lo sappiamo non è ottimismo, ma potenza che permette di vedere una grande luce anche quando si cammina nelle tenebre, come ha cantato Isaia. Questa certezza ci apre al futuro, ci permette di scrutare l’orizzonte oltre le nostre piccole vedute.

La nascita di un bambino per questo è sempre un’opportunità nuova, un nuovo inizio, motivo di speranza. Questo Bambino che nasce a Betlemme nell’affresco di Greccio ha come mangiatoia un piccolo sepolcro, perché è già il Risorto, è già Colui che nasce definitivamente alla vita dopo aver attraversato la nostra morte sulla croce.

È il Risorto, Colui che vive per sempre, il motivo della speranza cristiana. Lui è la verità e la realtà dell’esistenza di ciascun essere umano, della storia.

Questa speranza la accogliamo stanotte nel SILENZIO. Ecco un’altra parola chiave del Natale. Ci dice la Scrittura che mentre il silenzio avvolgeva ogni cosa, la sapienza di Dio scese dal suo trono in mezzo a noi. Dio non agisce nel rumore e nel frastuono delle luci della ribalta e del successo, ma nel silenzio di umili inizi. La pagina di Luca ce lo ricorda con forza.

Abbiamo bisogno urgente anche di silenzio per nutrire la speranza. Cioè di contatto con noi stessi, con gli altri; di un ascolto più profondo e più attento che solo il silenzio permette. Abbiamo bisogno di silenzio per contattare la nostra interiorità e in essa riconoscere la presenza amorosa di Dio che ci accompagna e che costituisce la nostra più profonda consistenza. Sapremo ritrovare il silenzio?

Il silenzio si nutre la speranza non per diventare forti e potenti, ma per accogliere la nostra FRAGILITÀ. Ecco un’altra parola del Natale cristiano. San Francesco dice che il Verbo di Dio è voluto nascere nella fragilità della nostra carne umana. Facendosi uomo ha scelto il limite della nostra condizione umana, i suoi condizionamenti, le sue fatiche.

Natale vuol dire allora educarci e educare alla fragilità, imparare a non temerla e nello stesso tempo a non pensare di rimanere solo fermi in essa.

Sento spesso il lamento che il Natale ormai è senza Gesù e che la sua dimensione religiosa ormai è praticamente invisibile. È facile dire che è così. Mi chiedo però: noi cristiani sappiamo mostrare con la nostra vita la speranza del Natale, del nuovo inizio di questo Bambino e della sua vita, che è il principio della nostra vita, la nostra risurrezione?

Noi cristiani sappiamo in un silenzio che è attenzione e cura accogliere, ascoltare, promuovere l’altro nella sua dignità? Noi cristiani sappiamo ancora dedicare spazi di silenzio per ascoltare il Signore che parla nella sua parola, degli altri, nella creazione e nelle circostanze della nostra vita?

Noi cristiani sappiamo accogliere la fragilità senza giudicarla negli altri, senza rimuoverla o evitarla? Daremo così onore alla fragile umanità della nostra carne, che il Signore ha scelto come sua dimora stabile? Insomma, diamo noi una consistenza di fede a Natale, facciamone vedere la novità permanente e il Signore che viene in mezzo annoi sarà ancora principio di speranza per molti, nel silenzio di molte vite e nella fragilità di molte storie.

A tutti un Buon Natale di Gesù Cristo nella nostra carne mortale, invocando per il mondo il dono della pace nella giustizia, per una umanità nuova.