• 7 Maggio 2024 7:33

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Giuseppe Di Fatta

XXXII domenica del Tempo Ordinario

Letture: 1Re 17,10-16; Sal 145; Eb 9,24-28; Mc 12,38-44

Un caro saluto di gioia e pace a tutti voi!

Ascoltiamo il Vangelo secondo Marco in questa 32° domenica del tempo ordinario.

In quel tempo, Gesù nel tempio diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Farisei-1-300x150 Ha gettato più di tutti gli altriAbbiamo tutti bisogno di essere riconosciuti, valorizzati per quello che siamo e facciamo, amati gratuitamente e apprezzati per le nostre qualità. Quando questo avviene spontaneamente, non bisogna averne paura e possiamo gioire del dono che riceviamo. Se invece facciamo le cose per essere visti, per ostentare quello che abbiamo e sappiamo, per primeggiare sugli altri, sentendoci superiori a loro, magari schiacciandoli o mettendoli in cattiva luce… e allora Gesù ci dice guardatevi! Cioè prendete coscienza del pericolo che si corre nel ricercare per vanità consensi e applausi, che come una droga non bastano mai, ed esercitate un sano spirito critico con voi stessi che vi rende capaci di comprendere dove finisce una giusta autostima e dove comincia l’ambizione e la vanagloria.

Riceveranno una condanna più severa: il Vangelo è molto chiaro per coloro che cadono in questo tranello.
farisei-300x216 Ha gettato più di tutti gli altriSeduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. All’ingresso del tempio di Gerusalemme c’era una grande cassa che fungeva da contenitore per le offerte che i fedeli donavano: servivano per le spese del culto e per la manutenzione. Quando l’offerta era particolarmente generosa, l’offerente gridava ad alta voce la somma donata e l’intenzione del dono.
Un’usanza che sinceramente oggi ci indigna. Ma mi chiedo: quando leggiamo i nomi dei defunti prima della messa o mettiamo la targhetta dei donatori sui banchi della chiesa, non cadiamo anche noi cristiani in questo meccanismo? Gesù ci ricorda: Mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra. (Mt 6,3)
Una cosa è certa: la povera vedova del Vangelo di oggi, ha messo i suoi spiccioli nel più assoluto silenzio!

farisei-2-300x225 Ha gettato più di tutti gli altriAllora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Vedove e orfani in tutta la Scrittura rappresentano la categoria tipica della povertà, senza alcuna previdenza, bisognosi di ogni provvidenza.
Con le due monetine di bronzo che erano le più piccole monete in circolazione nella Palestina di allora e che corrispondevano al soldo o al quadrante romano, si potevano acquistare 100 grammi di pane. Poco, nulla… tutto!
Gesù non nota i bigliettoni dei ricchi, ma il nulla della vedova. Ne resta personalmente stupito e ne fa oggetto di catechesi e di insegnamento ai discepoli.

In verità io vi dico significa che la sua sentenza è solenne: davanti a Dio la vedova ha dato più dei ricchi! Evidentemente la valutazione di Gesù non è sul piano economico, ma sul valore dell’interiorità e delle motivazioni.
Se parliamo in termini di concretezza il dono della vedova non apporta nulla alle casse della Caritas, parrocchiale, diocesana o internazionale, la quale per realizzare progetti a favore dei poveri ha bisogno di offerte sostanziose.

farisei1-300x169 Ha gettato più di tutti gli altriHa gettato più di tutti gli altri. Quel di più notato da Gesù, indica l’amore particolare di Dio verso questa vedova. Il povero è sempre amato da Dio e la benevolenza che riceve non dipende da ciò che offre. La vedova, da parte sua, dando il necessario, dimostra la sua totale dipendenza da Dio. Il poco che dà, è il tutto che ha, e donandolo esprime il suo totale affidamento nelle mani di Dio.
Mi colpisce il verbo gettare ripetuto per ben sei volte: indica la generosità, la totalità del dono, direi lo spreco che non guarda nessun sacrificio e si esprime nell’amore incondizionato a Dio e nell’abbandonarsi perdutamente a Lui.
Il superfluo donato dai ricchi non li compromette minimamente e non costa loro nulla.
La donna invece, nella sua miseria, ha dato tutto; le due monetine diventano il segno del dono totale di sè.
Il comandamento di domenica scorsa: amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente, e con tutte le tue forze, trova nella vedova di oggi un luminoso esempio di chi mette in pratica la sua Parola.
Una donna che diventa figura del popolo credente, di coloro che fanno della propria vita un dono a Dio e ai fratelli.
Ritengo che, ascoltando questo Vangelo, tutti abbiamo da riflettere e da verificare alcune mentalità e prassi personali ed ecclesiali. Papa Francesco la chiama l’urgenza della conversione pastorale, che è insieme conversione dei pastori, del gregge e della loro comune azione a beneficio di tutti.

Con la benedizione del Signore vi auguro una santa e serena domenica!