• 28 Aprile 2024 16:11

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Cattedra di S. Pietro Apostolo

Letture: 1Pt 5,1-4; Sal 22; Mt 16,13-19

Riflessione biblica

“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa” (Mt 16,13-19). Pietro è “la roccia” che ci rende stabili in Gesù: “Pietro, io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32). È la roccia che rende salda la nostra adesione a Gesù e, in Gesù, la nostra adesione alla Chiesa, Corpo mistico di Gesù. Pietro è la “roccia”, ma Gesù è “la pietra d’angolo” (1Cor 3,10-11), su cui poggia tutta la Chiesa: “Non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù” (Ef 2,19-20). Gesù è il Figlio del Dio vivente, in lui si fonda la nostra fede e la nostra speranza: “Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti” (1Pt 3,21.24). Pietro è il testimone della salvezza operata da Cristo e della sua misericordia: “A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19). A lui è affidata la cura di tutti noi: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro? Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene. Pasci i miei agnelli, pascola le mie pecore” (Gv 21,15-17). Guida della nostra fede, Pietro ci sollecita a seguire Gesù: “Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma, come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta” (1Pt 1,14-16) ed amarlo credendo in lui: “Voi lo amate, pur senza averlo visto; ora senza vederlo credete in lui” (1Pt 1,8).

Lettura esistenziale

“Ma voi chi dite che io sia?” (Mt 16, 15). Oggi è giornata di interrogazioni. Siete pronti? Coraggio allora, cominciamo con le domande: Chi è Dio? Sfogliando il Vangelo di S. Giovanni o i Vangeli sinottici, troviamo varie espressioni con le quali viene definito Dio. Dio è Amore. È Padre. È Misericordia. È il Buon Pastore. È il Salvatore. È la Via, la Verità e la Vita. È la Porta. È il Maestro. È lo Sposo. È l’Acqua viva, ecc… Dio è tutto questo e ancora di più. Oltre a ciò che abbiamo detto sopra e che ci è rivelato nei Vangeli, Dio è anche poesia, musica, canto, arte. O meglio, in queste cose troviamo la Sua impronta perché è Lui che le ispira e le contiene. In esse lo incontriamo come lo incontriamo nella natura e nel nostro prossimo. Per dirlo con le parole di S. Francesco d’Assisi: Dio è tutto!

Chi è Dio per me? Se mi consentite di usare questa simbologia, per me Dio è come una calamita. È vero, questa definizione di Dio non si trova nella Sacra Scrittura e nemmeno nei libri di teologia, però nel Vangelo c’è un’espressione di Gesù che la suscita e la conferma: “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”. “Attirerò”, appunto… proprio come una calamita. Con il Suo Amore, Dio attrae potentemente a Sé il cuore di ogni essere umano, pur lasciandolo libero di aprire il cuore a questo Amore o di rifiutarlo.

Chi è il cristiano? Se Dio è Amore che attrae, il cristiano, attratto da questo Amore, non può che essere un innamorato. Non solo, ma come il ferro e la calamita si uniscono e diventano una cosa sola, così il cristiano è chiamato a diventare una cosa sola con Dio, a trasformarsi completamente in Lui, a diventare cioè totalmente amore. La vocazione e missione dei cristiani non è altro che questa: essere semplicemente, unicamente e profondamente innamorati di Dio. Il resto viene da sé.