• 27 Aprile 2024 13:12

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Messina, il miracolo di uno sguardo: 75° anniversario della Città del Ragazzo

di Nicola Antonazzo – Il ricordo di quegli occhi, incrociati in una piovosa sera di marzo, sarebbe rimasto impresso per parecchi anni nel cuore del giovane P. Nino Trovato. Rifugiatosi all’interno di un portone a causa di un violento temporale, ultimo scampolo d’inverno a pochi giorni dall’ingresso della primavera, poco prima di giungere in canonica, il giovane parroco si trovò in compagnia di tre “piccoli relitti” che la guerra da poco terminata aveva lasciato tra le strade di una Messina ancora ferita dei bombardamenti. Tra questi tre bambini c’è il piccolo Pietro C. che passerà alla storia come il primo ospite della colonia messa in piedi dal parroco di Gravitelli. È il 14 marzo del 1949 e si stanno scrivendo le prime pagine di una storia che durerà parecchio tempo. Una storia che vedrà coinvolti centinaia di ragazzi protagonisti di quell’angolo di speranza che prenderà il nome di Città del Ragazzo. Nel giro di pochi giorni diventano 16 e appena un mese dopo le bocche da sfamare sono già 144. L’azione di rastrellamento voluta dalle autorità del tempo per liberare le strade dai minori abbandonati e svuotare le possibili sacche delinquenziali non fa altro che riempire gli spazi che padre Nino riesce a recuperare a pochi passi dalla canonica. L’Opera  “Ragazzi della strada” è ormai avviata e le prime baracche messe su per dare un letto e un tetto a quei ragazzi diventano un punto di riferimento per tutta la città. Si susseguono visite istituzionali e l’invenzione di p. Nino è ormai meta di autorità civili ed ecclesiali. Tutti accorrono a visitare questo piccolo miracolo.

Appena 15 anni dopo quell’incontro, fortuito o forse frutto della provvidenza, al posto della colonia di p. Nino, c’è già in piedi il primo edificio, decorato di bandiere e vessilli. In cima alla collinetta che sovrasta il quartiere della Madonna delle Gravidelle nasce Villa Pia, la nuova veste che recuperava l’antico Forte Castellaccio.

Negli anni 60 i primi bambini accolti nella colonia sono ormai grandi e altrettanto grande tende a diventare la Città del Ragazzo. Nasce la necessità di offrire qualcosa in più dei pasti e di un tetto sotto cui vivere. Nasce il Centro di addestramento professionale (intitolato a Don Luigi Sturzo), fucina di nuove maestranze che si andranno formando per quelli che saranno gli anni del boom economico. La tipografia e l’officina meccanica saranno il fiore all’occhiello dell’opera che ormai forma buoni cristiani e onesti cittadini, coerente con il testamento di don Bosco che fin dall’inizio del suo ministero il giovane Nino Trovato aveva fatto proprio: da mihi animas cetera tolle! Nel 1963, ad Alì Terme, nasce anche una nuova sezione, dedicata alla formazione femminile in una casa dedicata alla Beata Eustochia. Nel 25° anniversario – 1989 –  i numeri sono da capogiro: tremila ragazzi hanno la possibilità di studiare ed imparare un mestiere.

Quasi naturalmente, completando il ciclo di una vita, la Città del Ragazzo inizierà ad ospitare anche una casa per anziani, la Pro Senectute, una certezza per il periodo della vita in cui ogni  “certezza vacilla”. Oggi quei ragazzi che nel dopoguerra trovarono un padre, una casa, un letto e un pasto sono ormai anziani e forse qualcuno è già volato in cielo. La Città del ragazzo ormai da anni non opera più e quegli spazi stanno per essere riconvertiti a servizio della comunità. Forse troveranno accoglienza, oggi come 75 anni fa, altri ragazzi, apparentemente soli e senza futuro. Rimane la certezza che quel piccolo quartiere sia stato per oltre mezzo secolo un angolo di paradiso in quell’inferno che Messina era diventata dopo i bombardamenti. Tra le macerie fisiche e spirituali di quel momento la divina provvidenza ha fatto incontrare due sguardi e da quell’incontro