• 30 Aprile 2024 1:42

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Un colloquio a tu per tu tra giovani liceali e Vescovo a partire dalla figura di don Pino Puglisi. Chi era il parroco di Brancaccio e cosa ha fatto per la Chiesa? Per poi arrivare a temi più caldi sollevati dagli studenti, come il caso di Emanuele Orlandi e la posizione della Chiesa in tal senso. Stamattina si sono ritrovati nell’aula magna del liceo classico “G. Pantaleo” di Castelvetrano 6 classi dei licei cittadini. L’incontro è stato organizzato da suor Cinzia Grisafi, Piera Mannino, Graziella Campo e Mirella Bivona. Al centro del colloquio la figura del beato don Pino Puglisi che in questi mesi gli alunni hanno studiato, facendo tappa anche nel quartiere Brancaccio dove il prete ha vissuto ed è stato ucciso. Così hanno incalzato di domande monsignor Angelo Giurdanella, Vescovo di Mazara del Vallo, al suo primo confronto pubblico in un una scuola di Castelvetrano.

«Don Puglisi da un male, quale era la mafia, ha visto il bene lontano, ecco perché si impegnava in prima linea nel quartiere Brancaccio – ha detto il Vescovo – nei suoi discorsi non era mai “contro” qualcuno, il suo sorriso gentile veniva dal di dentro». Per i giovani conoscere l’impegno di don Puglisi è stata una scoperta. Da qui l’esigenza di conoscerlo di più e confrontarsi con un uomo di Chiesa quale è il Vescovo. Attorno alle domande degli studenti per monsignor Giurdanella gioca l’esigenza di sapere e il Vescovo risponde: «La ricchezza che propone la mafia è un’illusione – dice monsignor Giurdanella – sono necessari gesti di accoglienza e d’aiuto concreto». Il Vescovo cita la sua esperienza con i tossicodipendenti, li chiama i «giovani di strada» e afferma che con le droghe non c’è via, «ma nessun è irrecuperabile», dice.

I liceali incalzano il Vescovo e vogliono sapere la posizione della Chiesa in situazioni scomode, come quella di Emanuela Orlandi o della pedofilia. «Se dentro ci sono i pedofili quella è una Chiesa che non è amabile – dice il Vescovo – ma la presenza di Dio la rende bella». Come perdonare dopo essere stato trattato male?, chiede una ragazza. Il Vescovo risponde: «Il perdono è dare a tutti una possibilità di recuperare restituendo il mal tolto». La platea sta ad ascoltare il Vescovo per più di due ore di fila: «Rendiamo umano questo nostro tempo», dice Giurdanella ai giovani. L’applauso degli studenti è spontaneo. E la preside Tania Barresi afferma: «I giovani bisogna saperli ascoltare», pensiero che trova d’accordo anche il Vescovo che chiude l’incontro con un sorriso e con tre parole: «vi voglio bene».

(fonte diocesimazara.eu)