• 1 Maggio 2024 16:13

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Col 2,6-15; Sal 144; Lc 6,12-19

Riflessione biblica

Chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli” (Lc 6,12-19). Luca narra la “vocazione degli apostoli”: sono discepoli, e anche “apostoli”. “Chiamò a sè i suoi discepoli”: discepolo è chi vive con Gesù maestro, fa esperienza di vita con lui, si lascia penetrare dal suo insegnamento e lo mette in pratica per la vita. Apostoli: sono gli animatori dei seguaci di Gesù, le guide spirituali di coloro che vogliono essere in comunione con Gesù. “Ne scelse Dodici”: a differenza dei rabbini del suo tempo, che sceglievano come discepoli persone privi di difetti fisici e spirituali, gente di cultura che studiava la legge e la praticava con scrupolo, Gesù sceglie persone semplici. Pescatori (Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni), gabellieri (Matteo/Levi), zeloti (Simone e Giuda Iscariota) e “un Israelita senza falsità” (Gv 1,47: Natanaele Bar-Tolomeo), quasi tutti della Galilea delle genti (Filippo, Tommaso, Giuda Taddeo), considerati “giudei spurii”. Inoltre, “c’erano con lui e i Dodici alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni” (Lc 8,2-3). Essi “lasciarono tutto e lo seguirono”: ben disposti ad accogliere il suo messaggio di misericordia e di salvezza e a seguirlo condividendo con Gesù la sua avventura di amore per la salvezza del mondo. Seguire Gesù è condizione essenziale per essere discepolo: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23). “Predicare nel nome di Gesù a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati” (Lc 24,47) è la vocazione specifica degli apostoli. Essi, “ricevuta la forza dello Spirito, furono testimoni di Gesù a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra” (At 1,8)

Lettura esistenziale

“In quei giorni, Gesù, se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici” (Lc 6, 12s). La scelta dei Dodici, fu preceduta da un’intera notte di preghiera da parte del Signore, in solitudine, davanti a Dio, Suo Padre. Così Gesù sceglie il primo gruppo del grande sogno di Dio che è la Chiesa. Sceglie uomini molto diversi tra di loro, difficili da mettere insieme, tra essi vi sono conservatori e progressisti, pescatori e artigiani insieme ad intellettuali, tenuti insieme da una comunione che talvolta rompono e poi ripristinano. Sebbene scelti, Cristo lascia loro la libertà di essere se stessi, quindi di esprimere o di scegliere addirittura il contrario di quanto Egli propone. La prova di questa libertà è Giuda che, anche se scelto, è rimasto tuttavia libero di estromettersi da questa comunione. Dio non impone niente a nessuno. Egli propone solamente, perché non vuole dei burattini ma degli uomini liberi, non dei servi, ma dei figli che scelgono liberamente di amare o non amare, anche se questo comporta fatica e sacrificio. Oggi come allora, è il Signore che ci sceglie, che ci crea discepoli, che ci rende capaci di andare d’accordo, nonostante tutto. Lo Spirito Santo, primo dono di Cristo alla Comunità dei credenti, è l’artefice dell’unità e della comunione nella Chiesa, rendendoci capaci di considerare la diversità dell’altro come una ricchezza. I nostri occhi sono abituati a cogliere il bene che c’è nell’altro e a ringraziarne Dio di cuore? Questo potrebbe essere un “esercizio spirituale” da fare quotidianamente: allenarci a scoprire i lati belli di chi ci vive accanto ed esserne riconoscenti. Questo arricchisce le nostre relazioni di armonia, serenità, stima e fiducia. Che ne dite di incominciare subito?