Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
San Giacomo della Marca
Letture: Ap 18,1-2.21-23; 19,1-3.9 Sal 99 Lc 21,20-28
Riflessione biblica
“Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo; la vostra liberazione è vicina” (Lc 21,20-28). Non è un messaggio di paura, ma un invito alla riflessione e alla conversione per alimentare la speranza nella venuta del Figlio dell’uomo: “Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza” (Rom 15,4). Non sono i segni ad essere importanti, ma il senso di essi in vista della venuta del Signore Gesù alla fine dei tempi: essere vigilanti, pronti e operosi nella carità, fedeli nell’attesa e aperti alla speranza che Gesù rinnoverà tutto e ci farà partecipi dei cieli nuovi e della terra nuova: “E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come sposa adorna per il suo sposo” (Ap 21,1-2). “Alziamo il capo” per comprendere la grande misericordia di Dio e poniamo in alto i nostri cuori a motivo della promessa del Signore: “La vostra vita si svolga nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno. Noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia” (2Pt 3,11-14). Gesù viene e la sua venuta ci rinnovi profondamente, “tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove” (2Cor 5,17). Allora, “svestiamoci dell’uomo vecchio con le sue azioni e rivestiamo il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che ci ha creato” (Col 3,9-10).
Lettura esistenziale
“Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (Lc 21, 20.28). Il Vangelo di oggi sembra dar voce alla paura più profonda che si trova nel cuore di ogni uomo. Gerusalemme rappresenta ciò che conta di più nella vita di ognuno. Ciascuno di noi ha la sua Gerusalemme e sarebbe interessante scoprire qual è il suo nome proprio rispetto alla nostra vita. Fatto questo ci accorgeremo che la paura più grande è perdere ciò a cui teniamo di più. Nel bel mezzo della paura un cristiano lo si riconosce quando prende sul serio la Parola di Gesù del Vangelo di oggi: “Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. La paura ci spinge ad abbassare il capo, a rinchiuderci, a raggomitolarci. Dobbiamo invece decidere di alzare lo sguardo, di metterci in piedi e di affrontare le cose che ci sono davanti, fosse anche la fine del mondo, o di un “mondo” che ci siamo costruiti da soli o che ci hanno costruito intorno. E la forza di questo gesto di coraggio ci viene da Gesù stesso, che proprio nel bel mezzo di ciò che ci spaventa si fa spazio e ci viene incontro. Ma se crediamo di più alla paura e al dolore allora non avremo occhi per riconoscerlo. Non possiamo non provare paura, possiamo però gestirla, smettere di farla decidere al posto nostro. Il Vangelo ci narra che anche Gesù, ormai prossimo alla Passione, provò angoscia, tristezza e paura, ma non si lasciò determinare da esse. Il cristiano non è dunque un super uomo che non prova mai paura, ma uno che, con la Grazia di Dio, si sforza di non farla comandare. Solo in questo modo toglierà alla paura la possibilità di rovinare il presente e di guastare la vita.