Giacomo nasce nel 1394 a Monteprandone in provincia di Ascoli Piceno e al Battesimo riceve il nome di Domenico. Rimane orfano di padre da bambino, mentre la madre muore nel 1421, dopo aver dato al mondo 17 fratelli e una sorella.
Verso i sei/sette anni è mandato a pascolare il gregge, mestiere – come dirà in un suo sermone – che non permette di partecipare alla Messa della Domenica per ascoltare la Parola di Dio. Confida ai fratelli di avere spesso paura al pascolo perché ci sono i lupi: ma i fratelli credono che sia una scusa per non lavorare. Ma un giorno, quando la paura è più grande, decide di scappare e di rifugiarsi a Offida, da un parente sacerdote. Lì impara a leggere e a scrivere. Quando uno dei fratelli maggiori viene per riportarlo a casa, davanti alle sue indubbie capacità intellettuali decide di lasciarlo dallo zio. Domenico completerà quindi il ciclo di studi ad Ascoli Piceno.
Precettore
Intorno al 1404 si trasferisce a Perugia per iscriversi all’Università e per mantenersi agli studi fa il precettore in casa di un nobile della città. Questi, trasferendosi a Firenze, lo porta con sé. Durante una visita a Bibbiena conosce i francescani del convento di San Lorenzo e quel Santuario della Verna nel quale San Francesco aveva ricevuto le stimmate.
Frate francescano
Questa esperienza non lo lascia indifferente, tanto che il Venerdì Santo del 1415 abbraccia la vita religiosa. Prima si accosta alla Certosa di San Lorenzo fuori Firenze, e poi – recatosi nella Marca per sistemare faccende di famiglia, si ferma a Santa Maria degli Angeli dove, dopo un colloquio con il superiore, entra nell’Ordine francescano. Il 1° agosto 1416 fa la professione religiosa, prendendo il nome di Giacomo. Date le sue capacità intellettuali, viene mandato a completare gli studi: “Il beato Jacopo da Monteprandone nella Marca – scrive un suo biografo – l’anno dopo della probazione venne a stare in questo luoco di san Salvatore (oggi Monte delle Croci, Firenze) ove stette molti anni, e vi cantò la sua prima messa e qui fece la sua prima predica al popolo nella festa di sant’Antonio da Padova”.
Predicatore in Italia ed Europa
Giacomo svolge servizi pastorali in Toscana, Umbria e Marche, dedicandosi poi alla predicazione nelle più importanti città d’Italia e d’Europa. Anche i papi gli affidano viaggi apostolici per risolvere problemi e, nel suo prodigarsi, Giacomo diffonde la devozione al nome di Gesù. Solo nel 1458 rientra definitivamente in Italia, dopo dodici anni di peregrinazioni.
Gli ultimi anni in Italia
Dal 1458 al 1476 predica solo in Italia; rifiuta la cattedra arcivescovile di Sant’Ambrogio in Milano. In questo periodo gli si affianca fra Venanzio, che diventerà il suo biografo;
Muore il 28 novembre 1476; a causa dei tanti pellegrini che desideravano rendere omaggio alle sue spoglie mortali, il corpo viene sepolto solo 14 giorni dopo la morte. L’anno seguente, su ordine di papa Sisto IV, la salma è riesumata per essere sepolta nella chiesa di santa Maria la Nova a Napoli, dove oggi c’è una cappella a lui dedicata. Solo nel 1624 Urbano VIII lo beatifica e nel 1726 è canonizzato da Benedetto XIII.