• 2 Maggio 2024 13:45

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Nella Giornata mondiale della Pace la città di Palermo ha ospitato una marcia e una “Liturgia della Pace” per testimoniare che “nessuno può salvarsi da solo”. (Papa Francesco, Messaggio per la LVI Giornata Mondiale per la Pace).

diocesi-di-palermo-1-300x225 Palermo, Giornata della Pace: “La cecità è la causa ultima della guerra"A scendere in strada è stata un’intera comunità composta da cercatori e costruttori di Pace: gruppi, movimenti, associazioni cristiane e laiche, la Comunità di Sant’Egidio, il Rinnovamento nello Spirito, il Centro Diaconale Valdese “La Noce”, il Centro Padre Nostro, il Movimento dei Focolari, Erripa A. Grandi, Pax Christi, Le Rose Bianche, i Padri Domenicani e numerosi uffici dell’Arcidiocesi di Palermo (Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro, Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso, Servizio di Pastorale Giovanile, Ufficio per la Pastorale delle persone con disabilità, Ufficio per la Pastorale della Scuola, Caritas Diocesana, Consulta per le Aggregazioni laicali, Ufficio per la Pastorale Familiare, Ufficio per l’Insegnamento della Religione cattolica, Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali-Ufficio Stampa). Alle 17.00 il raduno in piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo, poi l’intervento dell’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice quindi la marcia lungo via Cavour e via Roma sino alla basilica di San Domenico che ha accolto la Liturgia per la Pace nel mondo, per i profughi, i rifugiati e le vittime di ogni guerra. La marcia è stata aperta dalle famiglie ucraine ospiti a Palermo presso i frati Minori.

In testa al corteo l’Arcivescovo ha ribadito che “la guerra è semplicemente irrazionale e ha solo nome: cecità. Chi si decide per la guerra non vede i bambini che muoiono, le ferite che squarciano i corpi, gli ospedali che traboccano di viventi mutilati, di cadaveri”. Parole accorate, che diventano una preghiera: “Chi si decide per la guerra – prosegue don Corrado – non vede che una volta entrati nel regno della morte tutti i cadaveri sono uguali, al di là del colore della pelle, della nazione, dell’appartenenza”.