• 5 Maggio 2024 14:54

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della V settimana di Quaresima

Letture: Gen 17,3-9;Sal 104; Gv 8,51-59

Riflessione biblica

“In verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno” (Gv 8,51-59). Gesù ha promesso di dare la vita eterna, ma ad una condizione: “osservare la sua parola”. Osservare: guardare con attenzione, per scoprire nella parola di Dio il senso profondo che può cambiare la vita. È meditare la parola per comprenderla, assimilarla e viverla. È gustarla con sapienza, perché essa guidi i nostri pensieri, renda fruttuose le nostre azioni, ci faccia vivere nell’amore: “La sapienza è radiosa e indefettibile, contemplata da chi l’ama e trovata da chi la ricerca. Riflettere su di essa è perfezione di saggezza, chi veglia per lei sarà senza affanni. Suo principio è desiderio d’istruzione; la cura dell’istruzione è amore; l’amore è osservanza delle sue leggi, garanzia di immortalità e l’immortalità fa stare vicino a Dio” (Sap 6,12-19). Osservare: è “vigilare con responsabilità”, altrimenti sarà come “la parola seminata tra i rovi”: “Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a matura-zione.” (Lc 8,14). Osservare: è custodire, conservare con cura nel cuore alla maniera di “Maria, che custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Osservare è mettere in pratica: “Rimani saldo in ciò che hai imparato e che credi fermamente: tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tim 3,14.16). Meditare: è esigenza del cuore che cerca costantemente il Signore, per divenire sapiente e innamorarsi di lui che ha parole di vita eterna: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6,68-69). La sua parola sia per noi cibo gustoso e meditarle conoscere “le insondabili ricchezze del mistero di Cristo, in cui sono racchiusi tutti i tesori della scienza e della sapienza” (Col 2,3).

Lettura esistenziale

“In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno” (Gv 8, 51). Con questa dichiarazione Gesù afferma di essere stato mandato da Dio, che è suo Padre, a portare agli uomini la libertà radicale dal peccato e dalla morte, indispensabile per entrare nella vita eterna. Le sue parole però feriscono l’orgoglio degli interlocutori, suscitando una reazione scandalizzata che vorrebbe sfociare nella lapidazione di Cristo. Ma Gesù non può tacere la propria identità; sa che, alla fine, sarà il Padre stesso a rendergli ragione, glorificandolo con la morte e la risurrezione, perché proprio quando sarà innalzato sulla croce si rivelerà come l’unigenito Figlio di Dio. Se testimoniare la propria adesione al Vangelo non è mai facile, è certamente di conforto la certezza che Dio rende fecondo il nostro impegno, quando è sincero e generoso. Ma dove attingere luce e saggezza per portare a compimento questa missione, che coinvolge tutti i cristiani? Alcuni santi affermano che bisogna operare come se tutto dipendesse da noi e al contempo avere fiducia in Dio come se tutto dipendesse da Lui. Non basta di certo far appello alle risorse umane; occorre fidarsi in primo luogo dell’aiuto divino, e collaborare attivamente con la Sua Grazia.