• 16 Marzo 2025 5:09

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Giuseppe Maggiore

V domenica del Tempo Ordinario

Letture: Is 6,1-2.3-8   Sal 137   1Cor 15,1-11   Lc 5,1-11

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Non si pongono il problema dove quello strano Maestro li avrebbe condotti, in perfetta incoscienza lo seguono, perché quel Rabbi è parola che fa vibrare il cuore. Non sono le solite parole, magari eleganti, dolci, che in quel momento possono dare speranza e poi rimangono…parole. Gesù parla un linguaggio compreso da tutti, si serve di immagini semplicissime. Parla non dai pulpiti, non da luoghi sacri, ma da luoghi laici, in strada, in mezzo alle attività umane, come se fosse un’ospite in quelle strade, in quelle periferie… uno dei tanti: il Verbo incarnato nella realtà più povera e tra i poveri. “Parola di Dio che si incarna nelle parole dell’uomo, opera dove non è attesa, in piena libertà coinvolgendo, ispirando, consolando, comunicando un amore senza eguali, indipendentemente da quello che l’uomo fa e dice”. (Cantini) Ecco perché la folla lo circonda, gli fa resa attorno.

Ma mentre è in piedi e parla con la folla, vede “due barche”, dice il Vangelo, ma in realtà i quei pescatori che non hanno pescato nulla per tutta la notte vede l’umanità delusa, triste e smarrita.

Si avvicina a Pietro e lo prega di staccarsi un po’ dalla riva. Lo prega.. qui si sperimenta davvero la tenerezza e la squisitezza di Dio. Una gentilezza disarmante che viene usata anche nei nostri confronti: Dio ci prega di aiutarlo, anche quando siamo sfiniti, demotivati e arrabbiati. Vuole il nostro aiuto anche quando siamo senza forza né desiderio, perché ci ama così come siamo e vuole salire sulla nostra barca della vita. Non importa se è sporca, confusionaria. Se è colma di fallimenti di delusioni. Non gli importa se  come Pietro siamo peccatori, se abbiamo un orientamento sessuale diverso, se la nostra religione è diversa da quella dell’altro, se siamo bianchi o neri o gialli… no, vuole salire sulla barca con te, con me, con ogni essere umano per essere accolto e accogliere l’altro. Gesù non giudica Pietro, non gli dice “non sei peggio degli altri”, non condanna. A Gesù interessa il frutto, la pesca abbondante, la fecondità della vita e non la purezza fondamentalista.

Nonostante i limiti, le debolezze, le fragilità o le incoerenze di ognuno di noi, Gesù ci dice tu sarai mio discepolo, pescatori di uomini fragili, delusi, arrabbiati… che hanno bisogno non di parole vuote ma di Parola che da speranza e vita. Ci invita ancora una volta alla fraternità.

Che aspettiamo , come Pietro prendiamo il largo dicendo sulla tua parola getterò le reti.

Reti che vanno abbandonate per seguirlo come un innamorato o innamorata segue il proprio amato o amata. Le reti dell’invidia, della mormorazioni, dell’arrivismo, dell’egoismo… per essere connessi alla rete che mi rende umano, mi rende vera immagine di Cristo che sa ascoltare e che sale sulla barca di ogni uomo e donna per dare speranza e… Amore, questa rete è la Parola ascoltata e incarnata dove abitiamo e operiamo.

Buona domenica!