• 16 Marzo 2025 4:48

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della V settimana del Tempo Ordinario

Letture: Gen 2,18-25   Sal 127   Mc 7,24-30

Riflessione biblica

“Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto” (Mc 7, 24-30). Ci provò Gesù a nascondersi, ma la sua luce di salvezza non potè rimanere nascosta. La fede umile e sincera di questa madre in afflizione per la salute della sua figliola fece risplendere il potere salvifico di Gesù. Essa non si scoraggiò dinanzi al programma missionario di Gesù: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele” (Mt 10,15-16). La sua fiducia intuì che, se Gesù era venuto a Tiro, territorio di pagani, la salvezza non era riservata solo ai giudei, ma a chiunque crede: “Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti” (Mt 8,11). Non si scoraggiò neppure dinanzi allo stereotipo culturale di Gesù: gli ebrei consideravano con disprezzo i pagani come dei “cani”. Ma la donna con la sua umiltà vince quest’ostacolo culturale: il cane era considerato animale impuro (Dt 23,19). La sua umiltà fu fondamento della sua fiducia in Gesù: lo chiamò “Signore”, il titolo pasquale di Gesù. La sua fede umile e perseverante si affidò totalmente al “Signore” che dà salvezza: “Se con la tua bocca proclamerai: Gesù è il Signore, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza” (Rom 10,9-10). Di fronte a tanta umile fede, Gesù aprì il suo cuore alla misericordia e il cuore della donna alla speranza: “Per questa tua parola va’, il demonio è uscito da tua figlia”. La fede di questa “madre-coraggio” manifestò il progetto di Dio, “che vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4).

Lettura esistenziale

“Ed egli le disse: «Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma essa replicò: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola va’, il demonio è uscito da tua figlia»” (Mc 7,27-29). L’apparente durezza con la quale, nel Vangelo odierno, Gesù risponde alla donna che chiede il miracolo della guarigione della propria figlia posseduta da uno spirito immondo, in realtà è una provocazione rivolta alla donna perché emerga in lei la disponibilità a credere in Lui. Infatti, fino a quel momento la donna non professa la sua fede in Gesù, chiede soltanto un miracolo, perché sicuramente ha sentito parlare della sua fama di guaritore. Gesù invece le chiede di più, le chiede di fare un passo oltre il suo bisogno e quando la donna lo compie, Gesù libera la figlia di lei. Lo stesso capita talvolta con certe nostre preghiere mirate ad ottenere qualche grazia, l’apparente silenzio di Dio ci vuole spingere oltre, vuole fare emergere ciò che conta di più per noi. Il nostro cuore è orientato a Dio Padre, la cui volontà dispone tutto per il nostro bene, oppure siamo ripiegati su noi stessi e sui nostri problemi che ci assorbono completamente? Credo che sia del tutto lecito esprimere nella preghiera al Padre nostro che è nei Cieli le necessità nostre o altrui, ma dobbiamo farlo sapendo che, comunque, qualunque cosa Dio disporrà, anche se non ne comprendiamo il senso sul momento, Egli la farà servire al bene nostro e altrui.