Promuovere l’uso della doggy bag, ossia la pratica di portare a casa il cibo non consumato al ristorante, e combattere lo spreco alimentare che in Italia, secondo i dati Eurostat, vede ogni anno 140 chilogrammi di cibo buttato pro capite e la conseguente produzione di elevate quantità di rifiuti. Un fenomeno assolutamente inaccettabile sul piano etico. Ora sono in arrivo delle proposte di legge per renderla obbligatoria. Una viene presentata mercoledì 10 gennaio alla sala stampa della Camera da Giandiego Gatta, deputato responsabile nazionale dipartimento Pesca e acquacoltura di Forza Italia, assieme al presidente dei deputati forzisti Paolo Barelli. E una proposta analoga è stata depositata in Senato dalla leghista Mara Bizzotto. «Questa pratica è in uso da tempo negli Usa. Introdurla anche da noi sarebbe non solo un atto di buon senso che aiuterebbe a contrastare lo spreco alimentare, ma avrebbe anche una finalità sociale e solidale e questo è l’obiettivo della mia proposta di legge». Così commenta Gatta. Anche in alcuni Stati d’Europa è ormai una consuetudine affermata.
In Francia, per esempio, fin dal 2016 è obbligatoria nei ristoranti di alto livello che sono tenuti a fornire ai clienti un’apposita scatola di cartone per portare a casa gli avanzi di cibo. La stessa cosa accade in Spagna dal 2022. «L’obiettivo della proposta di legge sulla doggy bag — ha spiegato ancora il deputato — è quello di contribuire a contrastare lo spreco alimentare, uno degli obiettivi fissati nell’Agenda Onu 2030. In Italia, secondo i dati della Fondazione Bcfn (Barilla Center for food e nutrition), ognuno di noi spreca 65 chili di cibo pro-capite l’anno per comportamenti sbagliati nel consumo, in casa e al ristorante». La proposta di legge porta come denominazione «Obbligatorietà Doggy Bag», termine che letteralmente significa «borsa per il cane» e che deriva dalla pratica di portare a casa gli avanzi per il proprio animale. «Questo è un passo fondamentale per promuovere una cultura del consumo responsabile e ridurre gli sprechi alimentari — aggiunge Alfonso Maria Fimiani, presidente dei Circoli per l’ambiente e la cultura rurale — e siamo sicuri che l’iniziativa coinvolgerà trasversalmente rappresentanti di diversi schieramenti politici e diventerà legge».
(fonte Avvenire)