• 17 Maggio 2024 13:24

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria 

Letture: Is 61,10-11; 1Sam 2,1.4-8;  Lc 2,41-51

Riflessione biblica

“Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,41-51). Osservazione importante, che ci invita alla riflessione, se Luca la ripete ben due volte: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Ecco un altro cuore da imitare: ieri quello del Figlio, oggi quello della sua Madre immacolata. Il suo cuore è secondo il progetto di Dio: con il suo “sì”, ella ha compiuto la volontà di Dio, che ci vuole “santi e immacolati al suo cospetto nell’amore” (Ef 1,4). Maria ci è di esempio, in quanto immagine vivente di noi Chiesa di Dio, che Cristo rende “pura e santa, tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata” (Ef 5,26-27). E la Chiesa siamo noi, che dobbiamo “essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa e risplendere come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita” (Fil 2,15-16). “Beati i puri di cuore”: una beatitudine che si applica bene a Maria e che ci impegna ad essere come lei “custodi dei detti e fatti di Gesù”, del suo Vangelo di salvezza. Custodire: è leggere attentamente la parola di Dio per conoscere meglio Gesù, stare a lungo con Gesù, parola viva ed eterna di Dio, gustare la sua sapienza che illumina e rende più facile il nostro cammino di santità. È impegno a “non lasciare andare a vuoto una sola delle parole di Gesù” (1Sam 3,19), ma in ogni occasione “seguirlo, rinunciando a noi stessi e prendendo ogni giorno la sua croce”, e con Maria stare saldi nella fede ai piedi della Croce di Gesù. “Meditava nel suo cuore”: è esigenza del cuore il cercare il Signore, per divenire sapiente e innamorarsi di lui che ha parole di vita eterna: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6,68-69). La sua parola deve essere per noi cibo gustoso e meditarle per conoscere “le insondabili ricchezze del mistero di Cristo, in cui sono racchiusi tutti i tesori della scienza e della sapienza” (Col 2,3).

Lettura esistenziale

“Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo” (Lc 2, 48). Leggendo il racconto di questo episodio evangelico verrebbe proprio da esclamare: Questi giovani adolescenti!… Possibile che anche Gesù si comporti allo stesso modo? Non poteva semplicemente avvisare i genitori che voleva fermarsi qualche giorno in più a Gerusalemme, invece di farli così tanto preoccupare e angosciare? Ma, cosa ci vuole insegnare Gesù assumendo questo comportamento? Egli sembra porre una distanza tra Sé e i suoi genitori, ponendo in chiaro che la paternità e quindi la volontà di Dio nei suoi confronti, ha la priorità sul resto, anche sui rapporti più santi quali possono essere quelli tra genitori e figli. Da parte sua Maria “custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2, 51). L’evangelista Luca ripete più volte che Ella meditava silenziosamente su questi eventi straordinari nei quali Dio l’aveva coinvolta. Il verbo greco usato letteralmente significa “mettere insieme” e fa pensare a un mistero grande da scoprire poco a poco. Il Bambino che vagisce nella mangiatoia, pur apparentemente simile a tutti i bimbi del mondo, è al tempo stesso del tutto differente: è il Figlio di Dio, è Dio, vero Dio e vero uomo. Il mistero dell’incarnazione del Verbo e della divina maternità di Maria è grande e certamente non facile da comprendere con la sola umana intelligenza. Alla scuola di Maria possiamo cogliere con il cuore quello che gli occhi e la mente non riescono da soli a comprendere. Ed è proprio in questo cammino di fede che Maria ci viene incontro e ci è sostegno e guida. Lei è madre perché ha generato nella carne Gesù; lo è perché ha aderito totalmente alla volontà del Padre. Scrive sant’Agostino: “Di nessun valore sarebbe stata per lei la stessa divina maternità, se lei il Cristo non l’avesse portato nel cuore, con una sorte più fortunata di quando lo concepì nella carne”.