• 17 Maggio 2024 4:21

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Lunedì della XXX settimana del Tempo Ordinario

Letture: Rm 8,12-17; Sal 67; Lc 13,10-17

Riflessione biblica

“Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: Donna, sei liberata dalla tua malattia. Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio” (Lc 13,10-17). Mi commuove la delicatezza di Gesù verso questa “donna curva”: la vide, la chiamò e le disse”. “Gesù la vide”: e si immedesima nella situazione umana di quella donna, umiliata per ben diciotto anni dalla sua malattia, a cui uno spirito cattivo la sottometteva (Lc 13,11). “La chiamò”: è l’inizio di un rapporto nuovo, che la donna non aspettava più e che la apre alla speranza. “Le disse”: lui parlò e lei sentì una parola di libertà, non solo dalla malattia fisica, ma soprattutto psicologica e spirituale. La donna curva e oppressa da Satana: è immagine di chi è ripiegato su se stesso, schiavo di un passato che ha indebolito il senso della propria dignità umana e spirituale, incapace da solo a risollevarsi dal suo stato: “Anche tutti noi un tempo siamo vissuti nelle nostre passioni carnali seguendo le voglie della carne e dei pensieri cattivi: eravamo per natura meritevoli d’ira, come gli altri. Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati” (Ef 2,3-5). L’intervento di Gesù è divinamente sovrano: “il Figlio dell’uomo è signore del sabato” (Mt 12,8) e il suo gesto di salvezza manifesta che il Regno di Dio è in mezzo a noi: “Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio” (Lc 11,20). Gesù si avvicina a noi e la sua parola è potente: “Donna, sei liberata dalla tua malattia”, la sua guarigione istantanea: “subito quella si raddrizzò e glorificava Dio”. È l’amore che ci guarisce, ci libera dalla grettezza del legalismo e ci rende liberi e operosi: “la libertà, però, non divenga un pretesto per la carne; mediante l’amore siamo a servizio gli uni degli altri” (Gal 5,13).

Lettura esistenziale

“C’era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità», e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio” (Lc 13, 11-13). Nel Vangelo odierno ci viene raccontato un miracolo operato da Gesù nei confronti di una donna la cui infermità la faceva stare curva e ripiegata su se stessa. Gesù si accorge della sofferenza di questa donna, intuisce il suo desiderio di guarigione e Lui stesso prende l’iniziativa di guarirla. Questa donna curva è simbolo di tutti coloro che la malattia o la prova rendono curvi, oppressi, incapaci di guardare in alto, incapaci di sperare. Gesù la vede e la chiama a sé. Guarendola la rende nuovamente capace di guardare il cielo. Ed ella, riacquistata la posizione eretta, da risorta, comincia a glorificare Dio per l’accaduto. Chissà se anche noi abbiamo dei fardelli che ci impediscono, o ai quali diamo il potere di impedirci, di guardare in alto (verso Dio) e accanto a noi (verso i fratelli) ma assorbono completamente la nostra attenzione, i nostri pensieri e i nostri sentimenti. Chiamiamoli per nome e consegniamoli al Signore perché ci guarisca e ci risollevi.