Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Lunedi della XXXIII settimana del tempo Ordinario
Letture: 1Mac 1,10-15.41-43.54-57 62-64; Sal 118; Lc 18,35-43
Riflessione biblica
“Gli annunciarono: Passa Gesù, il Nazareno!” (Lc 18,35-43). E il cieco grida: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!” (Lc 18,39). Cercano di zittirlo, ma la sua fede viva e profonda è ascoltata da Gesù: “Che cosa vuoi che io faccia per te?” (Lc 18,41). La sua risposta è luce anche per noi, bisognosi di luce: “Signore, che io veda di nuovo!” (Lc 18,41). Nel cammino spirituale, a volte anche noi, che “siamo stati lavati, santificati, giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio” (1Cor 6,11), perdiamo di vista Gesù e i suoi insegnamenti che alimentano la fede e il nostro operare nella carità. È l’ora di gridare: “Gesù, abbi pietà di me!” e ritornare a camminare in novità di vita: “Vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri, accecati nella loro mente, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro e della durezza del loro cuore” (Ef 4,17-18). Gesù illumina i nostri occhi: “Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12,46-47). Illumina le nostre menti con la sua sapienza divina: “lui ci dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati e quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi” (Ef 1,17-18). Illumina i nostri cuori, per allacciare rapporti con il prossimo ed edificarci vicendevolmente nella carità (Ef 4,16). Illuminati da Gesù e dal suo Spirito di santità, seguiamo Gesù e a lui rendiamo testimonianza: “Portiamo agli altri l’amore di Gesù e questo avvenga spontaneamente in qualsiasi luogo, nella via, nella piazza, al lavoro, in ogni strada del mondo” (Papa Francesco).
Lettura esistenziale
“Signore, che io riabbia la vista” (Lc 18, 41). L’uomo è figlio della luce, fatto per vedere la luce, ma ha perso la vista, e si trova costretto a mendicare. Accanto a lui passa il Signore, che si è fatto mendicante per noi: assetato della nostra fede e del nostro amore. “Che cosa vuoi che io faccia per te?”. Dio sa, ma chiede; vuole che sia l’uomo a parlare. Vuole che l’uomo si alzi in piedi, che ritrovi il coraggio di domandare ciò che gli spetta per la sua dignità. Il Padre vuole sentire dalla viva voce del figlio la libera volontà di vedere di nuovo la luce, quella luce per la quale lo ha creato. “‹‹Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio” (Lc 18, 42s). Sì, la fede in Gesù Cristo, quando è bene intesa e praticata, guida gli uomini e i popoli alla libertà nella verità. Il cieco, che, ormai guarito, segue Gesù lungo la strada, diventando a sua volta testimone della luce, raccontando e dimostrando in prima persona di essere stato guarito, rinnovato e rigenerato, è immagine della Chiesa che, illuminata dalla fede, si mette in cammino verso la terra promessa, divenendo sale e luce per il mondo.