• 2 Maggio 2024 18:38

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della IV settimana di Quaresima

Letture: Ez 47,1-9.12; Sal 45; Gv 5,1-16

Riflessione biblica

“Gesù gli disse: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina” (Gv 5,1-16). Gesù ha cura di noi e ci invita a camminare: una fede statica non porta alla salvezza. Ma non si può camminare da soli, se si è infermi nel corpo o nello spirito. Ho in mente tanti malati che non hanno chi li aiuti: non solo quelli malati nel corpo, ma di più quelli che sono e si sentono soli. Scriveva il saggio Qoelet: “Meglio essere in due che uno solo, perché, se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi” (Eccl 4,9-10). E Gesù inviò i suoi discepoli a due a due: “Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città” (Lc 10,1). Anzi, Gesù non ci lascia mai soli, lui è l’Emmanuele, il Dio con noi: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). “Alzati, prendi la tua barella e cammina”: bisogna alzarsi, liberarsi dalle “paralisi” che intorpidiscono la nostra esistenza. Immobilizzati nella routine della vita quotidiana, nel ripetersi di azioni senza slancio, nel nutrire pensieri negativi, giudizi e pregiudizi, in breve in un vivere senza senso. “Alzati”: prendi coscienza del tuo modo di vivere, del bisogno di rinnovamento e di elevazione, per lasciarti rinnovare dallo Spirito. “Prendi il tuo lettuccio”: immagine del nostro essere, delle potenzialità che, nonostante le varie apatie, ci hanno sostenuto (38 anni/una vita di paralisi interiore e di mediocrità). “Cammina”: non da solo, ma con Cristo, perché senza di lui la paralisi non solo continua, può radicalizzarsi. Guarda Cristo: egli è la vita, la guarigione dell’anima, il sostegno nella sofferenza e nei momenti difficili. Con lui puoi gridare: “Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,13). E sentirai: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo” (2Cor 12,9).

Lettura esistenziale

“Alzati, prendi la tua barella e cammina” (Gv 5, 8). Gesù pronuncia queste parole potenti rivolgendosi al paralitico che giace presso la piscina di Betzatà. Tre comandi bastano ad invitare al completo cambiamento di una vita di sofferenza: Alzati! Prendi! Cammina! Il primo verbo usato: “Alzati”: è lo stesso verbo greco che indica la risurrezione. L’incontro con Gesù: ci fa risorgere a vita nuova. “E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare” (Gv 5, 9). La barella è il simbolo di ciò che imprigionava quell’uomo. La parola di Gesù rende l’uomo signore di ciò che prima lo dominava: il lettuccio c’è ancora, ma ha smesso di opprimere la sua vita. Ora l’uomo può prendere la sua barella e portarla, può camminare. È importante notare che Gesù non gli dice di lasciare lì il proprio lettuccio, ma di caricarlo sulle sue spalle. Da quel momento inizia un’altra dimensione per il paralitico, comincia a camminare non solo fisicamente, ma anche nella vita nuova, è finalmente un uomo libero. Ciò che siamo, il nostro passato, non si può cancellare ma possiamo portarlo stando in piedi. Però per desiderare e chiedere la guarigione, bisogna che abbiamo prima la consapevolezza di essere malati. Chiediamoci: quali sono le “infermità” che mi impediscono di camminare speditamente dietro al Signore? So chiamarle per nome? Sono pronto ad accogliere il fratello o la sorella che come me è segnato dal limite e dalla fragilità? Ognuno di noi ha bisogno della misericordia di Dio, che Cristo è venuto a donare, perché, guarito nel cuore, la nostra esistenza possa rifiorire.