Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Feria propria del 19 dicembre
Letture: Gdc 13,2-7.24-25;Sal 70; Lc 1,5-25
Riflessione biblica
“Camminerà innanzi al Signore con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto” (Lc 1,5-25). Nonostante la massiccia presenza di Zaccaria in questo brano, egli non è al centro del messaggio che il testo ci trasmette. Zaccaria è testimone muto del Cristo: la sua fede si affievolì e la sua voce rimase afona. Ma non si tratta solo di afonia fisica, ma soprattutto di afonia spirituale: lui, sacerdote di Dio, non può trasmettere al popolo che attendeva con trepidazione, il messaggio di salvezza. E così al centro ci sta Giovanni Battista e la sua missione di preparare la venuta di Gesù: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati” (Lc 1,76-77). Tre sono i tratti essenziali di tali missione. Agire nella forza dello Spirito: “Sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio” (Lc 1,15). È lo Spirito che guida sempre il nostro annuncio di Gesù; lo dobbiamo annunciare con lo zelo per Dio e con l’impegno di una vita santa. Plasmare i cuori con la sapienza di Dio: “Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti” (Lc 1,17). Non basta presentare la figura storica e carismatica di Gesù, ma bisogna far gustare la comunione intima con Gesù nella parola e nei sacramenti. “Preparare al Signore un popolo ben disposto”: lasciare che lo Spirito di Dio operi nelle nostre comunità ecclesiali e ci faccia comprendere che solo nell’obbedienza alla volontà di Dio, come singoli e come membri di un solo corpo, operiamo nella pace e nella santità della vita e siamo una società nuova, basata sull’amore.
Lettura esistenziale
“Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini” (Lc 1, 25). Il Vangelo odierno racconta il prodigioso concepimento di Giovanni il Battista, precursore di Cristo. I quattro Vangeli danno grande risalto alla figura di Giovanni, quale profeta che conclude l’Antico Testamento e inaugura il Nuovo, indicando in Gesù di Nazaret il Messia, il Consacrato del Signore. In effetti, sarà lo stesso Gesù a parlare di Giovanni in questi termini: «Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la via. In verità io vi dico: fra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui» (Mt 11, 10-11). Zaccaria, padre di Giovanni e marito di Elisabetta, era sacerdote del culto dell’Antico Testamento. Egli non credette subito all’annuncio di una paternità ormai insperata, a causa dell’età avanzata, e per questo rimase muto fino al giorno della circoncisione del bambino, al quale lui e la moglie dettero il nome indicato da Dio, cioè Giovanni, che significa «il Signore fa grazia». Cogliamo dal Vangelo di oggi l’invito a non spegnere mai in noi la speranza, anche quando le circostanze della vita e i fatti negativi che ci coinvolgono vorrebbero indurci a credere che non c’è più nulla da fare. Troppe volte il Signore ci ha clamorosamente smentiti e colmati di stupore. Egli ci chiede soltanto di avere fede.