• 7 Maggio 2024 7:12

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Chiamati ad essere lieta notizia per dare speranza

Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore

Letture: Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8

II domenica di Avvento

(…) Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. (…)

Tra le guerre, gli stupri, i femminicidi, gli attacchi e le calunnie a chi aiuta il prossimo, c’è una bella notizia. Una notizia che ci parla di una nuova creazione.

Marco usa il termine greco archè, lo stesso termine che troviamo all’inizio della Bibbia: «In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gn 1, 1) Con Gesù abbiamo una “nuova creazione”. È lui il Vangelo di Dio! È lui la lieta notizia, e per ricominciare a vivere c’è sempre bisogno di una buona notizia, di una speranza. Una notizia che ci dà speranza è sapere che si può ripartire sempre, anche quando si tocca il fondo, anche quando pensi di essere solo, ma in realtà c’è sempre Qualcuno che è dietro te per infonderti coraggio e se occorre pronto a prenderti in braccio.  Dio ti ama così come sei semplicemente perché sei suo figlio. Dio ti è vicino come il respiro, come il cuore… E’ questa la lieta notizia. Il Signore stesso provvederà a te, come un pastore fa con il suo gregge.

A dare speranza e far sentire la voce di Dio nel deserto della propria vita è Giovanni il Battista. Non vi nascondo che nutro una forte simpatia per questo grande profeta. Non si monta la testa, non si appropria di titoli, è diretto, essenziale dice chiaramente chi non è: il Messia e si definisce «voce di uno che grida nel deserto». Non fa la prima donna e non si erge a maestro. Sa benissimo che molti non lo ascolteranno, sarà come predicare nel deserto. Non soffre d’ansia di prestazione. Ama in modo rude, provoca, insinua dubbi, mette in crisi. Marco ce lo presenta vestito in maniera diversa da tutti. Non ha bisogno di vestiti o di maschere sotto cui nascondersi. Fa quello che deve fare senza guardare in faccia nessuno, non si lascia né condizionare né intimorire. E’ un uomo libero, non ha paura di stare da solo, di essere rifiutato, di non essere accettato.

Il suo appello a “preparare la strada del Signore” è un invito ad un cambiamento radicale, cioè un cambiamento mentalità, cambiare modo di pensare. Smettiamola di pensare che per raggiungere Dio dobbiamo diventare più buoni, dire tante preghiere, fare tante penitenze. Il Signore ci chiede di avere i suoi stessi sentimenti, di cibarci di Parola di Dio e di Eucarestia per essere capaci di metterci in gioco, di saper osare, di essere spina nel fianco… come il Battista, come Pino Puglisi, come Papa Francesco, Don Ciotti, Padre Alex Zanotelli, come coloro che nel silenzio ci mettono la faccia per essere segno profetico e dare speranza. Quelli che preparano la venuta del Signore svolgendo il proprio servizio negli ospedali, nelle carceri, in strada in mezzo allo scarto della società. Ma profeti sono anche quei padri e madri di famiglia che trasmettono i valori del vangelo ai propri figli dandogli l’esempio aiutando altre famiglie nel bisogno, la coppia che allarga la propria casa per prendere in affido un bimbo… la fede ha bisogno di essere testimoniata con le opere, la partecipazione ai riti serve poco se non diventano vita vissuta, se non diventa accoglienza del prossimo.

La bella notizia di Marco è una persona, Gesù… siamo pronti ad accoglierlo?

Ah dimenticavo, vedi che cambia spesso aspetto…  benedetto colui che saprà riconoscerlo nei volti e negli sguardi di ogni essere umano per essere tu stesso lieta notizia… allora sarà davvero Natale