Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Beata Vergine Maria Odigitria, patrona della Sicilia
Letture: Lc 1,46-56
Riflessione biblica
“Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome” (Lc 1,46-56). Maria è “l’Odigitria”, Colei che ci guida alla via, nella via e per la via. Due cose mi sembrano interessanti in questa celebrazione di Maria: il titolo e il Magnificat, che racconto titolo illustra. Il titolo: Maria non è la via, ma la guida a Gesù, nostra “via, verità e vita” (Gv 14,6); è la guida nel nostro cammino per essere in comunione con Gesù: “ dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20); è la guida per testimoniare Gesù nel nostro vivere quotidiano: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanere; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo concede. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri” (Gv 15,16-17). Maria è la nostra guida nell’umiltà: esulta nel Signore, ma riconosce che Dio “ha guardato l’umiltà della sua serva”. Guardando Maria e Gesù nostra via, anche noi “ rivestiamoci tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili” (1Pt 5,5). Maria è guida e madre di misericordia, che ci insegna “ a rivestirci di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandoci a vicenda e perdonandoci gli uni gli altri; come il Signore ci ha perdonato, così facciamo anche noi” (Col 3,12-13). Maria è la nostra soccorritrice nei bisogni: “Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: Non hanno vino. E Gesù le rispose: Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora. Sua madre disse ai servitori: Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,3-5). Se lei è la guida, anche noi dobbiamo avere gli stessi sentimenti verso coloro che hanno bisogno del nostro aiuto: “Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi una vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto” (Rom 12,10-11.13.15). Guardiamo a Maria, “la pronta soccorritrice”.
Lettura esistenziale
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore” (Lc 1,46-47). Nella casa di Nazaret Maria consegna a Dio la sua vita. Nella casa di Zaccaria canta la sua fede in quel Dio che ha compiuto e compie meraviglie nella storia d’Israele. Il Magnificat è un canto di lode e di esultanza. Esultare significa danzare di gioia: è un verbo che appare più volte nei Vangeli. Il motivo che suscita tanta gioia è quel Bambino che porta in grembo. Un piccolo bambino dinanzi alla storia di un mondo in cui il male non dorme mai. In apparenza di tratta di un confronto impari. Agli occhi di Maria quella presenza è più che sufficiente per annunciare la speranza in un mondo totalmente rinnovato. Dovremmo avere la stessa fede. Quel piccolo bambino che la Vergine porta in grembo oggi è realmente presente nella sua Chiesa, una presenza nascosta nell’umile segno eucaristico e visibile attraverso la testimonianza di tutti coloro che, riconoscendolo Gesù come il Salvatore e unendosi a Lui, diventano collaboratori di Dio. È questa la fede che oggi dobbiamo proclamare ad alta voce. Non basta farlo a parole: “Cantate con la voce, cantate con il cuore, cantate con le labbra, cantate con il comportamento, cantate un canto nuovo, non solo con la lingua ma anche con la vita” (Sant’Agostino, Discorsi, 34).Chiediamo al Signore la grazia di testimoniare la gioia della fede