• 2 Maggio 2024 13:35

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì della XII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Gen 17,1.9-10.15-22; Sal 127; Mt 8,1-4

Riflessione biblica

“Si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: Signore, se vuoi, puoi purificarmi” (Mt 8,1-4). Strano! Non chiede la “guarigione” dalla lebbra, ma di essere “purificato”. Non è uno sbaglio, ma il frutto di una mentalità: il lebbroso veniva considerato un uomo colpito da Dio a causa dei suoi peccati: “Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”. Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento” (Lev 13,45-46). A causa di ciò, egli non è solo malato fisicamente, ma è malato interiormente di solitudine, perché egli è bandito dalla società; di più: egli è escluso dall’ambiente religioso, cioè dalla comunione con Dio e con i fratelli. Quest’uomo “si avvicinò”: confida nella comprensione e benevolenza di Gesù, il Messia, che “si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità” (Is 53,4-5). “Si prostrò davanti a lui”: lo riconosce come il Signore che ha potere sui nostri mali, sia quelli fisici che morali. “Signore, se vuoi, puoi purificarmi”: non chiede la guarigione della sua malattia fisica, perché sa che, chiedendo la purificazione, otterrà anche la guarigione del corpo. La fede ha conquistato il suo cuore e la sua mente: egli chiede l’essenziale: essere riabilitato alla comunione con Dio, ed ottiene anche la guarigione dalla malattia: “Cercate anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e il resto vi sarà dato in aggiunta” (Mt 6,33). “Lo voglio: sii purificato!”: è bastata un po’ di fede, si affidò totalmente a Gesù, e il miracolo si è compiuto, la misericordia ha riabilitato il lebbroso come uomo, come credente, come figlio di Dio.

Lettura esistenziale

“Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi». E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii sanato»” (Mt 8, 2s). Il Vangelo odierno racconta la guarigione di un lebbroso che, in modo molto discreto, si rivolge a Gesù dicendogli semplicemente: “Se vuoi, tu puoi sanarmi”. Bellissimo ed eloquente il fatto che Gesù, prima ancora di pronunciare una parola guaritrice, compie un gesto nei confronti del lebbroso: lo tocca, guarendo così prima di tutto la sua solitudine e il suo stato di abbandono da parte di tutti. Chi toccava un lebbroso, infatti, diventava impuro per la Legge, ma per Gesù nessun uomo è impuro ed una carezza, per Lui, vale più della Legge. L’uomo guarisce davvero e completamente quando incontra qualcuno che gli si fa vicino e non ha paura di toccarne con compassione le piaghe. La sofferenza non ha bisogno di spiegazioni, quanto di partecipazione. Dopo il gesto, Gesù pronuncia la Parola: “Lo voglio: sii guarito”. Dio è guarigione. Non sempre questa si compie attraverso gesti miracolosi, ma sempre con la compassione con cui Dio si fa vicino, portando insieme a noi la nostra croce quotidiana.