• 1 Maggio 2024 12:05

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Diocesi di Palermo. Festa dei lavoratori, iniziativa dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro

Nella ricorrenza della Festa dei lavoratori, l’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro e il Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile, in collaborazione con l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociale-Ufficio Stampa,  offrono il Messaggio dei Vescovi italiani che guardano soprattutto alla realtà giovanile, la più esposta dalla mancanza di prospettive concrete in termini occupazionali: “I dati sull’occupazione in Italia mettono in luce un fatto assai preoccupante: circa un quarto della popolazione giovanile del nostro Paese non trova lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno… Papa Francesco, in relazione al tema dei giovani, ha più volte parlato di un’«unzione», di un dono di grazia, manifestazione dell’intrinseca dignità della persona, fonte e strumento di gratuità … Ascoltare questi giovani ci aiuta ad incontrarli, assieme a tanti altri che hanno sicuramente molto da dire, ai quali ci offriamo come compagni di viaggio. Vogliamo trovare il modo ed il tempo per sognare il loro stesso sogno di un’economia di pace e non di guerra; un’economia che si prende cura del creato, a servizio della persona, della famiglia e della vita; un’economia che sa prendersi cura di tutti e non lascia indietro nessuno”.

Giovani e lavoro per nutrire speranza è il tema che accompagna il Messaggio di quest’anno e che segue le parole pronunciate dall’ Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice lo scorso 19 marzo, Festa di San Giuseppe lavoratore: « Farsi discepoli di Gesù, essere cristiani, appartenere alla Chiesa (noi frequentatori delle liturgie rischiamo di perdere il senso dell’appartenenza alla Chiesa, veniamo spesso soltanto a soddisfare il nostro individualismo religioso), avere coscienza dell’illuminazione e della rinascita battesimale, essere uomini e donne della Pasqua di Cristo, è vedere l’uomo, con gli occhi di Dio. Come Giuseppe, uomo giusto. Custodire uno sguardo puro, casto, non inficiato da pregiudizi e da interessi di ogni genere, e soprattutto dall’interesse più assillante dell’economia oggi dominante: massimizzare il profitto senza guardare in faccia l’altro, la persona, e i suoi diritti fondamentali. L’economia che sfrutta e calpesta la dignità degli uomini e in particolare delle donne; che fa deflagrare le guerre; che causa migrazioni ed esodi per un futuro di vita e di pace; che semina la morte delle giovani generazioni attratti da mercenari di droghe sempre più devastanti. Una politica spesso asservita agli interessi di questa economia, che non si pensa a partire dai diritti essenziali, come quelli della destinazione a tutti dei beni del lavoro, del pane quotidiano, della casa, della famiglia; dei giovani, degli anziani, delle persone con disabilità fisica e intellettiva, dei piccoli, dei poveri».