• 19 Maggio 2024 20:46

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcelo Buscemi e Tiziana Frigione

Martedì della XII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Gn 13,2.5-18; Sal 14; Mt 7,6.12-14

Riflessione biblica

“Entrate per la porta stretta: essa è stretta e angusta, ma conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,12-14). Il cammino verso il Regno di Dio è una via da percorrere con Gesù: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24). Seguire Gesù comporta una scelta di vita: rinnegare il nostro io, per mettere Dio al centro della nostra vita e “trovare gioia nella sua legge e la sua legge meditare giorno e notte” (Sal 1,20). Non possiamo servire il denaro, facendo dipendere da esso la nostra vita: “Niente è più empio dell’uomo che ama il denaro, poiché egli si vende anche l’anima” (Sir 10,8). E ancora: “L’avidità del denaro è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti” (1Tm 6,10). E Gesù è stato chiaro: “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza” (Mt 6,24). Forse, siamo convinti che tutte queste cose possono facilitarci la vita in questo mondo, ma di certo non ci aiutano ad entrare nel Regno di Dio, passando per la porta stretta. C’è da riflettere, altrimenti meritiamo questo rimprovero: “Abbiamo abbandonato la via della verità, la luce della giustizia non ci ha illuminati e il sole non è sorto per noi. Ci siamo inoltrati per sentieri iniqui e rovinosi, abbiamo percorso deserti senza strade, ma non abbiamo conosciuto la via del Signore” (Sap 5,6-7). preghiera-300x150 La porta strettaSeguiamo la via della verità, anche se il mondo continuerà con il luccichio delle sue idee alla moda: continuiamo ad annunciare il Vangelo con discernimento e prudenza: “Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano” (1Tm 4,16). Seguiamo la via della giustizia e arriveremo alla santità: “Come un tempo avete messo le vostre membra a servizio dell’impurità e dell’iniquità, per l’iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia, per la santificazione” (Rom 6,19). Seguiamo la via dell’amore: non solo praticando la regola d’oro di “fare agli altri quanto essi fanno a noi stessi” (Mt 7,12), ma secondo il comandamento di Gesù: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).

Lettura esistenziale

preghiera1-300x200 La porta strettaGiudicare tra il bene e il male che è in noi, conoscere ciò che ci guida a portare all’altro la verità evangelica, determina il successo o il fallimento delle nostre azioni, perché la verità va fatta nella carità e nell’amore , gradualmente , fino a quando l’altro è pronto ad accoglierla. Il criterio del bene e del male è nel nostro cuore, nella libertà che ci fa conoscere i sentimenti interiori e scegliere di acconsentire o dissentire da ciò che sentiamo, in un lavoro spirituale, che ci fa verificare ciò che viene da Dio e non aderire al male. La preghiera ci fa vedere con amore, trovare Dio e trasformare il sentire nel fare, perché l’esperienza di comunione con Dio ci fa desiderare di vivere da fratelli, di ricevere l’amore dell’altro, che è l’amore di Dio, unica ragione di vita piena e di donarlo. Siamo chiamati ad un discernimento che interroga il piacere, che è dono di Dio, legato alle funzioni fondamentali della vita, ma per viverlo in pienezza è importante riconoscere il suo valore relazionale, spirituale e di comunione. Il piacere che non conduce a Dio è quella esperienza istintuale, di per sé buona, bella, desiderabile, ma se non guarda al bene comune o dell’altro, ma solo al proprio, diventa quasi una necessità, un bisogno compulsivo, che esclude la libertà e la ragione, facendoci regredire personalmente e nelle relazioni. Una rinuncia allo spirito, alla dignità di essere uomo! Non può essere il piacere il nostro criterio di vita , lo è la condivisione, l’amore. Dio ci parla nel male, attraverso l’inquietudine, il rimorso, la tristezza, l’insoddisfazione che proviamo davanti al male, la consapevolezza di non crescere, di non avere più la libertà. E’ un richiamo alla nostra dignità, che dobbiamo imparare ad ascoltare, trovare la porta e la via per uscirne, per raggiungere la gioia che viene dal bene e vivere in pienezza. luce-300x250 La porta strettaQuesta porta vale la vita, è la Parola di Dio , l’ingresso al tempio, che può separarci o metterci in comunione con Dio. La via da seguire per raggiungere la meta è quella dell’amore del Padre e dei fratelli, un cammino senza sosta. Gesù in quanto figlio di Dio e figlio dell’uomo è la porta che comunica tra Dio e l’uomo e noi attraverso i fratelli andiamo verso Dio e comunichiamo con Dio. L’amore, all’inizio ha dei costi, ha dei sacrifici, è una lotta contro l’egoismo, contro il male, che ci rende schiavi e ci inganna, facendoci vedere la porta troppo stretta. Chiediamo al Signore di saper lottare contro il male che è in noi, senza paura, essere piccoli e liberi dal superfluo, essere essenziali, veri, responsabili per poter passare dalla porta stretta. Vivendo da figli e da fratelli, percorriamo la via dell’amore , quella che lui ha già preparato per noi e che a volte smarriamo.