“Non possiamo permettere che il Mediterraneo sia un cimitero a cielo aperto. Le vite non si contano, si salvano. Chiediamo che le istituzioni agiscano subito: perché nessuno si salva da solo”: lo dichiara Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000, associazione nata nel 1998 a Piazza Armerina (En) e impegnata nell’accoglienza e nell’integrazione dei migranti secondo lo spirito salesiano. Parole che giungono dopo che altri 47 migranti, provenienti da Egitto, Siria, Sudan, Marocco e Bangladesh, sono stati soccorsi e condotti nel porto di Pozzallo dalla Ong Resq People. “Tutti uomini in fuga da guerre, persecuzioni, povertà e disperazione”. Di un altro gruppo di 55 persone disperso nel Mediterraneo centrale, tra Libia e Tunisia, non si ha più notizie. Infine, al largo dell’isola di Rodi, sono stati ritrovati i corpi senza vita di due giovanissimi. Don Bosco 2000 chiede che “l’Europa si faccia carico di questa emergenza umanitaria attraverso una cabina di regia capace di coordinare i soccorsi e rafforzare la rete di accoglienza. Non possiamo continuare a considerare le tragedie nel Mediterraneo come eventi inevitabili. Italia, Grecia, Spagna e tutti i Paesi europei devono fare squadra per garantire il massimo della dignità a ogni essere umano”. L’associazione ribadisce “l’importanza di non rimanere in silenzio. Ogni vita conta. Continuiamo a lavorare sul territorio per offrire accoglienza, accompagnamento e opportunità di integrazione ai migranti che arrivano nel nostro Paese. Ma è necessario che istituzioni, cittadini e comunità si uniscano per affrontare insieme questa sfida umanitaria”.