• 19 Maggio 2024 7:29

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Messina. Mons. Accola si rivolge alla Città : “Rimettiamoci in gioco”

No all’indifferenza, bisogna essere testimoni. Costruttori di “ponti”. L’arcivescovo, mons. Giovanni Accolla, nell’incontro con i giornalisti in vista della Pasqua, parte “dal senso che bisogna dare alla nostra vita per raggiungere la città Santa di Gerusalemme, quella Celeste”. Evidenzia, in più occasioni, le caratteristiche “di un popolo in cammino, quale siamo, in cui gli individui o i battitori liberi spesso creano idoli che facilmente possono essere demitizzati”. Il punto focale è il Vangelo. Il messaggio che oggi l’arcivescovo consegna alla Città parte dalla “Parola” e punta a raggiungere tutti i messinesi, anche quelli di altri credi e professioni religiose. “Proprio così – ci dice il presule nell’intervista video che alleghiamo integralmente all’articolo – mi rivolgo al popolo che vive in questo luogo, in questa città e quindi prende coscienza della propria identità collettiva.
ABBIAMO BISOGNO DI RISCATTARCI
Abbiamo bisogno di riscattarci – aggiunge mons. Accolla – e di guardare al futuro in modo diverso, per esempio con maggiore cura dell’ambiente che ci circonda. Ma non solo. Bisogna guardare soprattutto, con maggiore cura, all’uomo che vive nell’ambiente. Altra attenzione particolare deve essere rivolta ai più piccoli: ancora c’è quella piaga, direi maledetta, della mancanza di presenza a scuola. La dispersione scolastica non deve esistere. Invece, assistiamo ancora alla fuga dalla scolarizzazione. Sono parecchi i quartieri, a macchia di leopardo, dentro la città, in cui il fenomeno resiste. Bisogna investire nelle famiglie, nella cultura, nella solidità dei nuclei familiari che non è una solidità economica o sociale ma una solidità di relazioni all’interno dei nuclei familiari. E’ vitale il rapporto di amore reciproco all’interno del nucleo familiare che dà ossigeno e vita nuova ai nostri ragazzi. Basterebbe forse già questo per abbattere alla fonte la dispersione scolastica. E tutto quello che ne deriva, come ad esempio la microcriminalità o altro. L’augurio per la Pasqua è di rimetterci in gioco. Non siamo un popolo di sconfitti”.
I RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
A microfono spenti, viene chiesto all’Arcivescovo anche quali sono i rapporti con l’Amministrazione comunale. La risposta è diretta: “Da quando sono Arcivescovo, sono cambiati tre sindaci. Mi ha accolto Accorinti, con il suo stile; poi è arrivato Cateno De Luca, che ha gestito la delicata fase della pandemia, durante la quale ho sottolineato che alcuni termini e modi di comunicare non andavano bene… Adesso c’è Basile. Con tutti, devo dire sinceramente, c’è stato dialogo. Mai rapporti conflittuali. Sono persone diverse tra loro. La diversità genera ricchezza”.
IL SALUTO DEL NEO DIRETTORE DELL’UFFICIO COMUNICAZIONI SOCIALI, MONS. TAVILLA
Presente in Curia il neo direttore dell’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali, mons. Giò Tavilla. “L’incontro di questa mattina, che ha visto un dialogo proficuo con tono confidenziale tra l’arcivescovo Giovanni Accolla e i giornalisti – spiega – ha segnato anche l’avvio della nuova stagione del servizio a cui è chiamato l’ufficio diocesano delle comunicazioni sociali. Un tempo articolato tra l’ascolto e le parole del cuore, parafrasando Papa Francesco, che costituiscono la base di una comunicazione fondata “sull’umiltà dell’ascoltare e la parresia nel parlare, che non separi mai la verità dalla carità”. Mons. Tavilla ha espresso “tanta gratitudine ai giornalisti, i quali in dialogo con l’arcivescovo hanno accolto, facendosene eco, un messaggio concreto e realizzabile nella vita quotidiana fatta di ascolto e sguardi, un messaggio che apre alla testimonianza profetica che non può prescindere dalla voglia di camminare insieme, prendendosi cure dell’altro. Faccio miei i due verbi usati dall’arcivescovo nell’augurio formulato alla città e alla realtà diocesana: ‘alzati e cammina’, quale anelito a quella “vita nuova” che permetta di riscoprire la bellezza che ci circonda e di cui siamo destinatari. Auguro a tutti noi di saper sempre camminare e costruire insieme”.

(Carmelo Caspanello – Tempostretto)