• 19 Maggio 2024 20:46

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato della XI settimana del Tempo Ordinario

Letture: 2Cr 24,17-25; Sal 88;Mt 6,24-34

Riflessione biblica

“Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la Ricchezza” (Mt 6,24-34). Tocca a noi scegliere: tra Dio, Padre che ci sostiene nei nostri bisogni materiali e spirituali, e la Ricchezza, idolo che promette e ci fa vivere nell’illusione di un benessere che non arriva mai. La nostra scelta non può basarsi su ragionamenti umani, che creano ansia e preoccupazione, ma sulla parola di Gesù: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3). Scegliendo la povertà, siamo in comunione con Gesù, che “da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor 8,9). Inoltre Gesù ci ha insegnato che “qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio” (Gv 14,13). Anzi, ci ha dato il dono dei doni, lo Spirito Santo: “Pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16). Guidati dallo Spirito di Dio, non demonizzeremo la ricchezza, perché “da Dio, provengono ricchezza e gloria, egli domina tutto; nella sua mano c’è forza e potenza, con la sua mano dà a tutti ricchezza e potere” (2Cron 29,12). Neppure esalteremo la povertà per la povertà, ma come fiducia in Dio: “Non temere, figlio, se siamo diventati poveri. Tu hai una grande ricchezza se avrai il timore di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai ciò che piace al Signore, tuo Dio” (Tob 4,21). Sta scritto, infatti: “Bene e male, vita e morte, povertà e ricchezza provengono dal Signore” (Sir 11,14). uccellini Non preoccuparti!Ciò che non vuole il Signore è l’eccessivo “preoccuparci”, vivere nell’ansia e nell’angoscia del domani, nel fidarci solo di noi stessi, mettendo da parte la provvidenza di Dio: “Ecco l’uomo che non pone Dio come sua fortezza, ma confida nella sua grande ricchezza Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio in eterno e per sempre” (Sal 52,9-10). Fiducia in Dio: “C’è chi è debole e ha bisogno di soccorso, chi è privo di forza e ricco di miseria, ma gli occhi del Signore lo guardano con benevolenza, lo sollevano dalla sua povertà e gli fanno alzare la testa” (Sir 11,12-13). L’errore non sta nel cercare il cibo o nel preoccuparci del vestito, ma nel porre tutta la fiducia nelle nostre grandi doti organizzative, che poi finiscono per renderci schiavi del “dio denaro” e di uomini senza scrupoli: “Chi ama il denaro non è mai sazio di denaro e chi ama la ricchezza non ha mai entrate sufficienti. Anche questo è vanità. Con il crescere delle ricchezze aumentano i profittatori e quale soddisfazione ne riceve il padrone se non di vederle con gli occhi?” (Eccl 5,9-10). D’altra parte, “il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini” (Rom 14,17-18).

Lettura esistenziale

al-calar-della-sera-300x204 Non preoccuparti!“Non preoccupatevi del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena” (Mt 6, 34). A quanto pare l’ansia non è solo una caratteristica dell’uomo contemporaneo, ma riguarda l’uomo di tutti i tempi. Da profondo psicologo e conoscitore del cuore umano, Gesù ci mette in guardia dalle preoccupazioni, alle quali possiamo dare il potere di guastarci l’esistenza.

In altri passi del Vangelo Gesù, richiamandoci al buon senso, ci ricorda che non possiamo nemmeno aggiungere un’ora soltanto alla nostra vita (cfr Mt 6, 27) e che non conosciamo né il giorno né l’ora in cui questa nostra breve esistenza cesserà e ritorneremo a Dio. Dunque, perché preoccuparci del domani che non ci appartiene? Non sappiamo se giungeremo a sera e, se vi giungiamo, non sappiamo se all’alba del nuovo giorno apriremo ancora gli occhi su questa terra. Occuparci delle cose ci è lecito e doveroso, ma non dobbiamo permettere che l’ansia e la preoccupazione prendano il sopravvento. Ogni tanto ci è utile ricordare che Dio non siamo noi (per fortuna!). Dovremmo imparare dai bambini, che non conoscono l’ansia, a vivere l’abbandono sereno e fiducioso. In realtà, anche se vogliamo fare i grandi, siamo piccoli al par di loro, non possiamo nemmeno, ci ricorda Gesù, rendere bianco o nero un solo capello (cfr Mt 5, 36), (senza ricorrere alla tintura).