A una settantina di chilometri da Palermo si trova la cittadina di Cefalù, dove si trova l’ospedale Giuseppe Giglio che con i suoi 256 posti letto rappresenta un punto di riferimento per il territorio. A gestirlo è la Fondazione privata “Istituto G.Giglio Cefalù”.
Dalla recente inchiesta di Report emergono gli interessi della fondazione Giglio ad espandersi in tutte le città siciliane per sopperire ai deficit della sanità pubblica, ormai al tracollo senza sanitari nè risorse. Fondazione Giglio, però, acquisisce un extra assai corposo per tutte le prestazioni e personale che fornisce ai nosocomi pubblici. Di fatto, la sanità pubblica è stata svuotata e smantellata, favorendo le strutture private. Dall’inchiesta emerge nondimeno l’assist del gruppo dirigenziale cuffariano all’interno degli ospedali per la campagna elettorale di Nuccia Albano. Figlia del boss mafioso Domenico Albano che imperava a Borgetto, e niente meno che sorella di Giovanni Albano, potente direttore della Fondazione Giglio.
Un ospedale che è rimasto senza medici, per esempio, è quello delle Madonie, nel cuore della Sicilia: essenziale per almeno 9 comuni. Dal 2016 sono stati chiusi il punto nascite, il reparto di Ginecologia e Ostetricia e poi anche il reparto di Ortopedia e quello di Cardiologia. Dal 2021 anche il reparto di Pediatria ha chiuso i battenti e dal 2024 saluterà anche quello di Medicina generale.
La desertificazione sanitaria sembra voluta, dovesse chiudere anche la struttura delle Madonie, gli abitanti sarebbero costretti, per curarsi, a spostarsi negli ospedali più vicini: a Cefalù o Termini Imerese, oltre un’ora di distanza.
(fonte Radio 100 passi)