• 19 Maggio 2024 1:24

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori 

Letture: Es 33,7-11; 34,5-9.28; Sal 102; Mt 13,36-43

Riflessione biblica

 “Come si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo” (Mt 13,36-43). È la spiegazione di Gesù: un invito a prendere sul serio la “mietitura”, cioè la “fine del mondo”. Spesso viviamo in un’ottica che non è quella di Gesù: viviamo come se questo mondo non dovesse finire mai. Parliamo di escatologia, della fine del mondo, ma come se fosse qualcosa che riguarda gli altri. È vero, c’è anche chi, pensando alla fine del mondo, si riempie di paure e ancor peggio di scrupoli, che invece di farlo progredire nella fede, lo paralizza e lo riempie di mille pratiche inutili: non cresce né nella speranza né tanto meno nell’amore. Dobbiamo vivere nella fede: cioè sempre orientati a Dio, seguendo con amore Gesù portando con lui la sua croce, rendendoci docili all’azione dello Spirito sia nella nostra vita personale che in quella vissuta nella Chiesa. Viviamo il nostro cammino spirituale nella fede: cioè sempre orientati a Dio, seguendo con amore Gesù portando con lui la sua croce, rendendoci docili all’azione dello Spirito sia nella nostra vita personale che in quella vissuta nella Chiesa. Viviamo nella speranza, non nel timore: “Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?” (Rom 8,34); solo noi possiamo escluderci dalla sua misericordia e dalla salvezza. Viviamo operando nella carità: “Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo” (Gal 6,7-9).

Lettura esistenziale

“Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo” (Mt 13, 37-40). Il nostro cuore è come un po’ di terra seminato di buon seme e assediato da erbacce. Talvolta vorremmo estirpare bruscamente e con impazienza le erbacce dei nostri difetti, ma Dio ci educa ad avere pazienza, non ad agire con violenza, né con gli altri, né con noi stessi. Il nostro spirito è capace di compiere grandi cose, soltanto se è spinto da motivazioni positive, altrimenti compirà tutto forzatamente e, quanto prima, si riprenderà con l’interesse quello che ha represso. La nostra coscienza, illuminata e sincera, deve scoprire ciò che ci fa veramente bene, ciò che ci dà gioia e serenità, ciò che ci dà vita e che Dio ha già seminato in noi. È su questo che dobbiamo fissare lo sguardo e il resto sarà semplicemente una conseguenza.

“Non preoccupiamoci prima di tutto della zizzania, dei difetti, delle debolezze, ma di coltivare una venerazione profonda per le forze di bontà, di generosità, di attenzione, di accoglienza, di libertà che Dio ci consegna. Facciamo che queste erompano in tutta la loro forza, in tutta la loro bellezza, in tutta la loro potenza e vedremo le tenebre scomparire. Questo è il messaggio della parabola: venera la vita che Dio ha posto in te, proteggila, porta avanti ciò che hai di positivo e la zizzania avrà sempre meno terreno. Tu pensa al buon grano, ama i tuoi germi di vita, custodisci ogni germoglio buono, sii indulgente con tutte le creature. E anche con te stesso. E tutto il tuo essere fiorirà nella luce” (Ermes Ronchi).