Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Sant’Antonio Abate
Letture: 1Sam 17,32-33.37.40-51; Sal 143; Mc 3,1-6
Riflessione biblica
“Rattristato per la durezza dei loro cuori” (Mc 3,1-6). Sembra un dettaglio nel racconto, ma esso è determinante per la nostra vita spirituale. Determina l’atteggiamento nel fare il bene o il male e nel farlo sempre. Il cuore, per la Bibbia, è il centro della vita spirituale, della relazione con Dio e con il prossimo, del conoscere, sentire e decidere. “Avere cuore”: è agire da persone umane, che sanno immedesimarsi nelle sofferenze e nelle gioie degli altri; “rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto, abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri” (Rom 12,15-16). “È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?”: non è questione di casistica, è questione d’amore. Il bene bisogna farlo sempre: non ha limiti di tempo, di spazio o di condizione umana. “Non stanchiamoci di fare il bene; se non desistiamo, a suo tempo mieteremo. Mentre ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede” (Gal 6,9-10). Il problema non era l’osservanza del Sabato:“stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato per accusarlo” (Mc 3,2). Il problema era Gesù e la sua sensibilità umana: la sua compassione per chi soffre (Mc 1,41), la sua libertà divina: “il Figlio dell’uomo è Signore anche del sabato” (Mc 2,28), il suo amore per l’uomo e la sua dignità: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!” (Mc 2,27). Solo l’amore guida il sentire e agire di chi segue Gesù: “Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello” (1Gv 4,20-21). Tutto dipende da un cuore rinnovato dall’amore: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez 36,26). Solo l’amore caratterizza il discepolo di Gesù: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).
Lettura esistenziale
“È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?” (Mc 3, 4). Quando pronuncia questa domanda, Gesù si trova nella sinagoga, dove c’è un uomo dalla mano paralizzata e tutti lo osservano per vedere se lo guarisce in giorno di sabato, in modo da poterlo poi accusare di non rispettare il riposo sabbatico. La risposta a questa domanda è scontata; tuttavia, nessuno risponde. E Gesù si indigna e si rattrista per tanta ottusità che riscontra nei suoi uditori che rifiutano di mettersi in discussione e di riconoscere ciò che è evidente. Gesù fa mettere l’uomo dalla mano paralizzata al centro della sinagoga, come a dire che non le norme, ma l’uomo sta al centro del cuore di Dio. Il bene della persona vale più di tutte le regole e queste devono essere poste, comunque, a servizio dell’uomo. La sinagoga e oggi, la chiesa, è il luogo dove si ascolta la Parola di Dio che ci insegna che il più grande comandamento è l’amore verso Dio e l’amore verso il prossimo; è dunque ancora più stridente il contrasto che si verifica, da una parte si va ad imparare l’arte di amare, dall’altra si continua nell’indifferenza e nella durezza nei confronti del dolore dell’uomo e, per giunta, ci si crede nel giusto. Nel cuore dell’uomo è presente di tutto: radici velenose e frutti di luce; campi seminati di buon grano ed erbe malate. Il Vangelo odierno ci educa ad evangelizzare il nostro cuore, le nostre zolle di durezza, le intolleranze, i legalismi, e lo facciamo tutte le volte che operiamo un discernimento sui nostri pensieri e sentimenti rigettando quelli che non sono di Cristo e accogliendo quelli che trovano riscontro nel Vangelo.