• 27 Luglio 2024 8:02

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Suor Cristiana Scandura

Dedicazione Basilica di S. Francesco d’Assisi – Festa

“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano.” (Gv 10, 27s). Il pastore dà la sua vita per le pecore. Il mistero della Croce sta al centro del servizio di Gesù quale pastore: è il grande servizio che Egli rende a tutti noi. Egli dona se stesso, e non solo in un passato lontano. Nella sacra Eucaristia ogni giorno realizza questo dono di tutto se stesso. Per questo, a buona ragione, il centro e il culmine della vita cristiana è la santa Eucaristia, nella quale il sacrificio di Gesù sulla croce rimane continuamente presente, realmente, tra di noi. E a partire da ciò impariamo anche che cosa significa partecipare all’Eucaristia in modo adeguato: è un incontrare il Signore che per noi si spoglia della sua gloria divina, si lascia umiliare fino alla morte in croce e così si dona a ognuno di noi. A partire dall’Eucaristia impariamo giorno per giorno che non possediamo la nostra vita per noi stessi, ma che siamo chiamati a farne dono. Il Signore ci chiama a donare la vita, non a trattenerla per noi stessi, infatti solo nel dono della nostra vita, la ritroviamo in pienezza. È proprio così che facciamo l’esperienza della libertà. La libertà da noi stessi e dal nostro egoismo. Spesso Cristo viene raffigurato con l’immagine del pastore che porta una pecora sulle sue spalle. Per i cristiani questa figura è con tutta naturalezza l’immagine di Colui che si è incamminato per cercare la pecora smarrita: l’umanità; l’immagine di Colui che ci segue fin nei nostri deserti e nelle nostre confusioni; l’immagine di Colui che ha preso sulle sue spalle la pecora smarrita, che è l’umanità, e la porta a casa. È divenuta l’immagine del vero Pastore Gesù Cristo. Tra le sue braccia troviamo sicurezza e salvezza.